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L'incontro papa Francesco - presidente Mattarella in nome della collaborazione tra Italia e Santa Sede

Riferimenti ai Patti Lateranensi e alle emergenze attuali. Il pontefice ha parlato di giovani, lavoro, ambiente, a pochi giorni dall'apertura di Expo 2015 a Milano. Dal Capo dello Stato la preoccupazione per le persecuzioni a danno dei cristiani. Ventitré minuti di colloquio privato, poi la cerimonia pubblica con le due delegazioni. Per l'Italia, fra gli altri, presente il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni. Mattarella ha invitato ufficialmente in Quirinale il Papa.

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L'incontro papa Francesco - presidente Mattarella in nome della collaborazione tra Italia e Santa Sede

“È fondamentale che, nella distinzione dei ruoli e delle competenze e nel pieno rispetto delle reciproche funzioni, sia sempre sentita la necessità di una rinnovata collaborazione” tra Italia e Santa Sede, “finalizzata ad unire le forze per il bene di tutti i cittadini, che hanno il diritto a tale concordia, da cui derivano innumerevoli benefici”. Lo ha detto oggi Papa Francesco, rivolgendosi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oggi in visita ufficiale in Vaticano. Prima della pubblica cerimonia, alla presenza delle due delegazioni, un colloquio durato 23 minuti. Per il Pontefice, “la reciproca autonomia non fa venir meno ma esalta la comune responsabilità per l’essere umano concreto e per le esigenze spirituali e materiali della comunità, che tutti abbiamo il compito di servire con umiltà e dedizione”. Ne deriva che “un sano pluralismo non si chiuderà allo specifico apporto offerto dalle varie componenti ideali e religiose che compongono la società, purché naturalmente esse accolgano i fondamentali principi che presiedono alla vita civile e non strumentalizzino o distorcano le loro credenze a fini di violenza e sopraffazione”. In altre parole, “lo sviluppo ordinato di una civile società pluralistica postula che non si pretenda di confinare l’autentico spirito religioso nella sola intimità della coscienza, ma che si riconosca anche il suo ruolo significativo nella costruzione della società, legittimando il valido apporto che esso può offrire”.

 “La storia dell’Italia mostra chiaramente quanto sia grande il contributo del Cristianesimo alla sua cultura e al carattere della sua popolazione, quanto la fede cristiana abbia permeato l’arte, l’architettura e il costume del Paese - ha osservato Papa Francesco -. La fede si è trasformata in opere e queste in istituzioni, fino a dare volto ad una storia peculiare e a modellare pressoché tutti gli aspetti della vita, a partire dalla famiglia, primo e indispensabile baluardo di solidarietà e scuola di valori, che va aiutata a svolgere la sua insostituibile funzione sociale quale luogo fondamentale di crescita della persona”. Il Pontefice ha fatto presente a Mattarella che, “tra i diversi beni necessari allo sviluppo di ogni collettività, il lavoro si distingue per il suo legame con la stessa dignità delle persone, con la possibilità di costruire un’esistenza dignitosa e libera”. In special modo, ha evidenziato il Santo Padre, “la carenza di lavoro per i giovani diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perché si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità. Nella disponibilità del lavoro risiede infatti la stessa disponibilità di dignità e di futuro”.

Per la crescita della società, per il Papa, è “indispensabile che le giovani generazioni, tramite il lavoro, abbiano la possibilità di progettare con serenità il loro futuro, affrancandosi dalla precarietà e dal rischio di cedere a ingannevoli e pericolose tentazioni. Tutti coloro che detengono posizioni di speciale responsabilità hanno perciò il compito primario di affrontare con coraggio, creatività e generosità questo problema”. Un altro ambito che richiede attenzione è “la cura dell’ambiente”, acquisendo “piena consapevolezza degli effetti dei nostri comportamenti sul creato”. Un pensiero poi ad Expo, che “sarà un’importante occasione in cui verranno presentate le più moderne tecnologie necessarie a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto dell’ambiente. Possa esso contribuire anche ad approfondire la riflessione sulle cause del degrado ambientale, in modo da fornire alle autorità competenti un quadro di conoscenze ed esperienze indispensabile per adottare decisioni efficaci e preservare la salute del pianeta”. Ha, infine, espresso “gratitudine per l’impegno che l’Italia sta profondendo per accogliere i numerosi migranti che, a rischio della vita, chiedono accoglienza. È evidente che le proporzioni del fenomeno richiedono un coinvolgimento molto più ampio. Non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale”.“Considero il colloquio appena concluso, per l’intensità che lo ha caratterizzato, una testimonianza preziosa del rapporto davvero speciale che esiste tra la Santa Sede e lo Stato Italiano”. Queste sono state le prime parole rivolte dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Papa Francesco. Mattarella ha avuto accenti molto profondi verso Papa Francesco, parlando di un “affetto popolare che cresce giorno dopo giorno”. Ha rilevato come il magistero dei Papi abbia sempre rappresentato per l’Italia un contributo per interpretare la realtà non soltanto religiosa ma anche politica e sociale. Alle forti parole del Papa sul tema della disoccupazione, il presidente ha risposto affermando che questo “dramma” insieme “alle nuove povertà che affliggono le periferie della vita” rischia “di inghiottire il futuro di una intera generazione”. Ha anche voluto toccare il tema della famiglia, affermando che occorre che essa “venga messa al centro” perché dentro la crisi degli ultimi anni “la famiglia ha dovuto curare le ferite inferte dalla ‘cultura dello scarto’ da Lei più volte denunciata”. Ha parlato poi del dramma dell’immigrazione e delle violenze contro la libertà religiosa, che “interpella con forza la coscienza di tutti coloro che amano la libertà e la tolleranza”.Il tema dell’immigrazione ha avuto uno spazio ampio nel discorso del Presidente della Repubblica. “Il nostro Paese, e l’intera Unione europea, assistono a quello che Lei ha definito un nuovo tipo di conflitto mondiale frammentato, sui territori più poveri - ha affermato il presidente - e di cui è immediata conseguenza il dramma dei profughi che tentano di approdare sulle nostre coste, sulle coste dell’Europa, per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni, alle carestie; chiedendo accoglienza”. “Le istituzioni e la società italiane - ha proseguito - sono impegnate, con generosità, per fronteggiare questa emergenza e l’Italia invoca da tempo un intervento deciso dell’Unione europea per fermare questa continua perdita di vite umane nel Mediterraneo, culla della nostra civiltà. Con quelle vite spezzate - ha sottolineato Mattarella - si perde la speranza di tante persone e si compromette la dignità della comunità internazionale. Rischiamo di smarrire la nostra umanità”. Toccando il tema della crisi economica, il presidente Mattarella ha affermato, rivolgendosi al Papa, che oggi “Governo e Parlamento italiani sono impegnati ad adottare misure che consentano al nostro Paese di lasciarsi alle spalle una crisi che è stata lunga e dolorosa e da cui solo ora si inizia a intravedere l’uscita”. “Le esprimo la nostra riconoscenza per l’azione che la Chiesa svolge a sostegno delle frange più deboli della popolazione - ha proseguito -. Il Giubileo della Misericordia, da poco indetto, costituirà occasione di riflessione preziosa sui valori della giustizia e della solidarietà insieme a quello della pace”. “Nella nostra epoca le dinamiche economiche perdono spesso di vista la dimensione umana, rischiando di alimentare ingiustizie, sedimentare conflittualità e aumentare precarietà - ha poi detto -. Il richiamo alla misericordia rilancia, tra gli uomini, la gratuità come valore nei rapporti economici e sociali - come dimostra la straordinaria storia del volontariato italiano - e rilancia la pace come condizione di benessere comune”.Il presidente Mattarella ha poi voluto dedicare uno spazio particolare al tema della libertà religiosa, affermando che essa “appartiene alle più autentiche aspirazioni delle persone e costituisce un cardine della Costituzione italiana. Qualsiasi violazione di essa vulnera, nel profondo, i diritti umani e delle comunità. La violenza scatenata contro le comunità cristiane in alcune parti del mondo interpella, con forza, le coscienze di tutti coloro che amano la libertà e la tolleranza”. Ha poi aggiunto che “il dialogo tra le grandi tradizioni religiose appare tanto più urgente nel momento in cui si avverte - anche nel nostro Paese - la minaccia del terrorismo internazionale, che, spesso, si nasconde dietro inaccettabili, e pretestuose, rivendicazioni religiose”. Ha quindi assicurato che “l’Italia si sente impegnata, con tenacia, nell’ambito della comunità internazionale, perché prevalgano i principi di reciproca comprensione e di collaborazione, premessa indispensabile di una vera pace”.

Fonte: Sir
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