Papa Francesco: fare di più per i poveri
Il pensiero e la vicinanza di Francesco per le vittime del tifone Iolanda
Neanche il maltempo è riuscito a fermare la celebrazione officiata oggi da Papa Francesco a Tacloban, epicentro del tifone che nel 2013 ha fatto tantissime vittime, oltre 6000, e devastato l'isola. “Quando vidi da Roma questa catastrofe sentii che avrei dovuto essere qui. Quel giorno decise di fare il viaggio qui", così il pontefice, parlando a braccio, ai numerosissimi fedeli accorsi per partecipare alla cerimonia che si è tenuta in un'area dell'aeroporto di Tacloban. Lacrime e forte commozione durante la meditazione nella quale il Papa ha ricordato come Gesù ha preso su di sé tutto il nostro dolore. “Non ho altre parole da dirvi. Guardiamo a Cristo, egli è il Signore, lui ci comprende perchè ha sperimentato la croce. E sotto la croce c'era la Madre, noi siamo come bimbi che nel momento di dolore quando non capiamo niente, solamente ci viene di tendere la mano fermamente e dirle 'mamma', come un bimbo quando ha paura dice 'mamma'. E' questa l'unica parola che può spiegare cosa sentiamo nel momento oscuro, 'madre, mamma'”. Papa Francesco ha quindi invitato tutti a un momento di silenzio e di preghiera personale prima di riprendere il suo discorso a braccio per ricordare che “Gesù non defrauda, l'amore, la tenerezza di nostra Madre non defrauda”. Il Papa ha celebrato la Santa Messa indossando come le centinaia di migliaia di persone presenti un impermeabile giallo. Proprio a causa del forte maltempo che ha colpito la zona è stato anticipato il rientro a Manila di ben quattro ore. Il programma della giornata ha subito variazioni: è stato ridotto il momento di incontro tra il Pontefice e alcune famiglie superstiti del tifone. Il Papa ha potuto benedire solo dall'esterno un centro per i poveri a lui dedicato ed ha salutato velocemente altre famiglie superstiti del tifone, oltre ai seminaristi, ai sacerdoti e ai numerosi religiosi che lo hanno atteso all'interno della cattedrale di Palo. Qui ha posto l’attenzione sui poveri chiedendo “che vengano trattati in maniera equa, che la loro dignità sia rispettata, che le scelte politiche ed economiche siano giuste e inclusive…”. Un ringraziamento accorato è stato rivolto ai tanti giovani che si sono adoperati per l’ausilio ai sofferenti e la cura dei malati : “la vera felicità viene dall’aiutare gli altri – ha detto - in questo modo sarete una forza potente per il rinnovamento della società”. Ai tanti religiosi che hanno affrontato l’emergenza come missione e testimonianza, il Pontefice si è rivolto così: “Avete reso presente la Chiesa come sorgente di speranza, di guarigione, di misericordia”.
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