Mons. Nosiglia: il Papa viene per incontrare tutti i cuori
L'arcivescovo piemontese ha spiegato ai giornalisti lo spirito della visita di Francesco nella diocesi di Torino. L'importanza della visita al tempio valdese, per incontrare una confessione dalla forte tradizione in terra torinese e alpina.
“Papa Francesco viene per incontrare tutti i cuori di Torino”. Ad assicurarlo è stato monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, presentando ai giornalisti la visita che inizierà domani. “Questa nostra città coltiva un’anima religiosa profonda, che negli ultimi due secoli, dalla nascita di Don Bosco in poi, ha saputo e voluto conciliare la propria presenza con le altre culture presenti nel nostro territorio”, ha proseguito: “Quella stessa anima religiosa oggi ci consente di guardare con serenità, con impegno, con rispetto anche all’arrivo di nuovi cittadini’ provenienti dall’Est europeo o dai Paesi a maggioranza islamica”. È in questa prospettiva che va inquadrato l’altro grande evento che Francesco ha voluto inserire nella sua visita torinese: “L’incontro, l’abbraccio, anzi - con la Chiesa evangelica valdese”.
“Il Papa, pellegrino alla Sindone e alla tomba di Don Bosco, si fa anche pellegrino per incontrare i fratelli di una confessione cristiana che a Torino e nelle valli alpine ha mantenuto una presenza secolare”. “La dimensione ecumenica è fortemente sentita e coltivata nella Chiesa torinese”, ha ricordato il vescovo: “dai primi anni del dopo Concilio l’Ottavario di preghiera in gennaio si è affermato come un momento forte e non solo formale di incontro fraterno nell’unica preghiera. E la collaborazione nelle emergenze e sui temi della carità è una costante, pur nelle diversità di approccio e di identità”. “C’è poi a Torino un primato della carità che non è una moda, anche se a volte è nascosta, ma brillante e ricca di calore”, ha sottolineato mons. Nosiglia: per questo la visita di Francesco “privilegia gli incontri con le persone in difficoltà, in condizione di sofferenza e di malattia fisica. E vuole dedicare un’attenzione tutta particolare ai giovani: perché sono il nostro futuro e la nostra speranza; e anche perché oggi sono i più esposti alle tentazioni di una cultura che si ferma alla tecnologia, all’individualismo e al divertimento fine a se stesso”.
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