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Mons. Savino: "non per, ma con i poveri"

Oggi la consacrazione episcopale del neovescovo di Cassano all'Jonio, monsignor Francesco Savino.

Parole chiave: don savino (1), agensir (678), cassano (8)
Mons. Savino: "non per, ma con i poveri"

“Vorrei ringraziare tutti senza tralasciare nessuno. E mi rivolgo, innanzitutto, a Colui che è il senso della mia vita: al mio amato Gesù. Per dirgli: Gesù bello, grazie”. Mons. Francesco Savino è stato ordinato oggi vescovo nel santuario dei Santi Medici di Bitonto, sua città natale; Papa Francesco lo ha scelto infatti quale nuovo vescovo della diocesi di Cassano all’Jonio, succedendo a mons. Galantino, segretario generale della Cei. “Con timore e tremore rispondo ‘eccomi!’ e mi meraviglio io stesso della fiducia con cui mi abbandono al tuo amore”, ha affermato mons. Savino, riferendosi ancora a Gesù. “Mi lascio avvolgere dalla tua carità, ricevo la tua misericordia e mi sento forte della mia debolezza”. Il neo vescovo ha quindi aggiunto: “Oggi rinnovo in modo speciale le mie nozze con la sposa, la Chiesa. Ho ricevuto l’anello dal mio vescovo, Franco Cacucci, un padre, un fratello per me”. “La consacrazione al ministero episcopale mi unisce a tutti i vescovi qui presenti e non solo, che ringrazio per la loro vicinanza e per l’amicizia che condivido con molti”. “Il mio grazie particolare a don Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana e a don Gastone Simoni, vescovo emerito di Prato, ai vescovi consacranti, per avermi sostenuto manifestandomi grande paternità spirituale”.Riferendosi quindi al suo servizio episcopale, ai fatti di più stretta attualità e alla comunità diocesana di Cassano all’Jonio, mons. Savino ha affermato ancora: “C’è un’umanità i cui gemiti sono più forti. In questi nostri giorni si fanno sentire più urgenti, anche qui in Italia, anche qui a Bitonto e provincia. Tanti sono poveri, da sempre, o di recente impoveriti e ci interpellano, ci richiamano a scelte più coraggiose di decentramento da noi stessi e dalle nostre comodità. Ci invitano, ci costringono a una revisione sulla distribuzione delle risorse, su un nuovo modo di intendere il rapporto con la terra e i suoi frutti, sulle conseguenze disastrose di una globalizzazione finanziaria che ha globalizzato il male dell’indifferenza e dell’egoismo. Con i poveri, non per loro, ma con loro, possiamo disegnare orizzonti di cambiamento”. Savino ha poi detto: “Mentre custodisco alcune delle tante persone fragili che ho incontrato, il mio cuore triste e preoccupato va alle vittime del terremoto in Nepal, ai tanti cristiani perseguitati nel mondo, al Mediterraneo nelle cui acque sarà difficile bagnarsi perché ormai diventato un cimitero liquido di uomini e di donne che fuggono per la fame e la guerra”.

Fonte: Sir
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