Mons. Warda, un messaggio a Trump: "il Medioriente soffre da troppo tempo"
L'Arcivescovo di Erbil è intervenuto a Roma in una conferenza stampa promossa da Aiuto alla Chiesa che Soffre.
“Trump? Ha il diritto di assumere tutte le decisioni che vuole per il suo Paese. Non entro nel merito. Intendo solo ricordare che si vogliono proteggere non gli interessi dei cristiani in Medio Oriente ma gli interessi di una nazione. Il Medio Oriente soffre da troppo tempo per guerre e violenze. Se Trump desidera adoperarsi per ripristinare pace e giustizia per un mondo migliore e fermare la guerra, noi ne saremo felici”. Così l’arcivescovo di Erbil, monsignor Bashar Warda, ha esordito nel suo incontro con i giornalisti oggi a Roma, promosso da Aiuto alla Chiesa che soffre. Nel suo intervento l’arcivescovo ha rimarcato le difficoltà dei cristiani iracheni sfollati in Kurdistan dopo l’invasione nel 2014 della Piana di Ninive ad opera di Daesh. “Dei 125mila fuggiti, oggi a Erbil ne sono rimasti 110mila – ha spiegato -, moltissimi vorrebbero tornare ma non ci sono garanzie per la loro sicurezza. Ci sono da ricostruire case, chiese, infrastrutture devastate da Daesh ma anche la fiducia. Spesso i primi a tradire i cristiani a Mosul e nei villaggi della Piana sono stati i loro vicini musulmani. È un lavoro duro quello di riallacciare il dialogo e la fiducia”. Dunque non basta a tranquillizzare i cristiani sfollati “la liberazione dei villaggi e quella in corso di Mosul. Serve sapere chi garantirà la sicurezza dei cristiani. L’esercito iracheno? I peshmerga curdi? Ai nostri giovani – ha detto mons. Warda – stiamo dicendo di cooperare con queste forze. Questo è il tempo di trasformare quanto stiamo vivendo in un’occasione di rinascita per tutto l’Iraq, un nuovo dialogo e una nuova riconciliazione”. Quanto agli aiuti Acs ha confermato il suo impegno di primo finanziatore dell’arcidiocesi di Erbil con oltre 13 milioni di euro donati tra agosto 2014 e settembre 2016. Il direttore di Acs Italia, Alessandro Monteduro, ha espresso l’auspicio di un “Piano Marshall” per i cristiani iracheni, in collaborazione con altre charities e istituzioni irachene. Ad oggi Acs paga affitti a Erbil per 1.600 famiglie cristiane ma l’obiettivo è arrivare a 5.000. “Siamo stanchi – ha concluso il presule caldeo – desideriamo solo pace e stabilità. Confidiamo per questo nella collaborazione e nell’impegno di tutte le persone di buona volontà cristiane e musulmane”.
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