"Non dimenticate i poveri"
Papa Francesco questo pomeriggio ha visitato la Casa della Carità di Nalukolongo in Uganda.
Un appello “a tutte le parrocchie e le comunità presenti in Uganda – e nel resto dell’Africa – a non dimenticare i poveri”. A rivolgerlo è stato questo pomeriggio il Papa, nel secondo giorno del suo viaggio nel Paese africano, in visita alla Casa della carità di Nalukolongo fondata dal cardinale Nsubuga. “Questo luogo – ha osservato – è sempre stato legato all’impegno della Chiesa nei confronti dei poveri, dei disabili e dei malati. Qui, nei primi tempi, dei bambini sono stati riscattati dalla schiavitù e delle donne hanno ricevuto un’educazione religiosa”. Francesco ha quindi ringraziato le suore del Buon Samaritano che portano avanti l’opera, “per i loro anni di servizio silenzioso e gioioso nell’apostolato”, e ha salutato i rappresentanti di molti altri gruppi di apostolato, che si prendono cura delle necessità dei poveri. Il Papa ha ricordato in particolare il “grande e fruttuoso lavoro fatto con le persone malate di Aids”. Il Vangelo, ha sottolineato, “ci impone di uscire verso le periferie della società e di trovare Cristo nel sofferente e in chi è nel bisogno. Il Signore ci dice, con parole inequivocabili, che ci giudicherà su questo!”.
Per Francesco, “è triste quando le nostre società permettono che gli anziani siano scartati o dimenticati! È riprovevole quando i giovani vengono sfruttati dall’attuale schiavitù del traffico di esseri umani!”. “Se guardiamo attentamente al mondo che ci circonda, pare che in molti luoghi si stiano diffondendo l’egoismo e l’indifferenza – ha fatto notare il Pontefice – . Quanti nostri fratelli e sorelle sono vittime dell’odierna cultura dell’‘usa e getta’, che ingenera disprezzo soprattutto nei confronti dei bambini non nati, dei giovani e degli anziani!”. In quanto cristiani, “non possiamo semplicemente stare a guardare. Qualcosa deve cambiare! Le nostre famiglie devono diventare segni ancora più evidenti dell’amore paziente e misericordioso di Dio, non solo per i nostri figli e i nostri anziani, ma per tutti coloro che si trovano nel bisogno”. Le nostre parrocchie, ha proseguito, “non devono chiudere le porte e le orecchie al grido dei poveri. Si tratta della via maestra del discepolato cristiano. È in questo modo che diamo testimonianza al Signore, che è venuto non per essere servito, ma per servire”. Così “mostriamo che le persone contano più delle cose e che quello che siamo è più importante di ciò che possediamo. Infatti, proprio in coloro che serviamo, Cristo rivela ogni giorno sé stesso e prepara l’accoglienza che speriamo di ricevere un giorno nel suo Regno eterno”. E si tratta, ha concluso il Papa, di gesti semplici che “onorano Cristo” nei più piccoli, e cambiano il mondo.
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