Papa Francesco: la Chiesa rimane viva sempre
Omelia del pontefice nella solennità dei Santi Pietro e Paolo. Consegna del pallio ai nuovi metropoliti.
“La lettura tratta dagli Atti degli Apostoli ci parla della prima comunità cristiana assediata dalla persecuzione”, ma “purtroppo ancora oggi” sono presenti in tante parti del mondo “atroci, disumane e inspiegabili persecuzioni”, spesso “sotto gli occhi e nel silenzio di tutti”. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco, nell’omelia della Messa presieduta nella Basilica Vaticana in occasione della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, nel corso della quale ha benedetto i Palli destinati ai 46 arcivescovi metropoliti nominati nel corso dell’anno. Il Pontefice ha quindi ricordato “il coraggio degli Apostoli e della prima comunità cristiana; il coraggio di portare avanti l’opera di evangelizzazione, senza timore della morte e del martirio, nel contesto sociale di un impero pagano”. Venerare la loro vita cristiana, ha aggiunto, “per noi credenti di oggi è un forte richiamo alla preghiera, alla fede e alla testimonianza”. “Una Chiesa in preghiera è una Chiesa ‘in piedi’, solida, in cammino!”, e “un cristiano che prega è un cristiano protetto, custodito e sostenuto, ma soprattutto non è solo”. Nel corso della messa il Papa ha benedetto i Palli destinati ai 46 nuovi arcivescovi metropoliti. Commentando il racconto della seconda lettura sulla preghiera della comunità cristiana e sulla liberazione di Pietro dal carcere, Francesco ha precisato che “le catacombe non erano luoghi per sfuggire alle persecuzioni ma erano, innanzitutto, luoghi di preghiera”, e si è soffermato sulla figura dell’angelo inviato dal Signore all’Apostolo. “Quante volte - ha chiesto - il Signore ha esaudito la nostra preghiera inviandoci un Angelo?”. “Quanti angeli Egli mette sul nostro cammino! Ma noi, presi dalla paura o dall’incredulità, oppure dall’euforia, li lasciamo fuori dalla porta”. L’invito, infine, alla perseveranza nella preghiera: “Nessuna comunità cristiana può andare avanti senza il sostegno della preghiera perseverante!”. Nella preghiera “il credente esprime la sua fede, la sua fiducia, e Dio esprime la sua vicinanza, anche attraverso il dono degli Angeli, i suoi messaggeri”.
“Quante forze, lungo la storia, hanno cercato - e cercano - di annientare la Chiesa, sia dall’esterno sia dall’interno, ma vengono tutte annientate e la Chiesa rimane viva e feconda”, ha detto ancora il Papa. “Tutto passa, solo Dio resta - ha osservato Francesco -. Infatti, sono passati regni, popoli, culture, nazioni, ideologie, potenze, ma la Chiesa, fondata su Cristo, nonostante le tante tempeste e i molti peccati nostri, rimane fedele al deposito della fede nel servizio, perché la Chiesa non è dei Papi, dei vescovi, dei preti e neppure dei fedeli, è solo e soltanto di Cristo”. Solo “chi vive in Cristo - il monito del Pontefice - promuove e difende la Chiesa con la santità della vita, sull’esempio di Pietro e di Paolo. I credenti nel nome di Cristo hanno risuscitato i morti; hanno guarito gli infermi; hanno amato i loro persecutori; hanno dimostrato che non esiste una forza in grado di sconfiggere chi possiede la forza della fede!”. “Una Chiesa o un cristiano senza testimonianza è sterile; un morto che pensa di essere vivo; un albero secco che non dà frutto; un pozzo arido che non dà acqua! La Chiesa ha vinto il male grazie alla testimonianza coraggiosa, concreta e umile dei suoi figli”. Così Papa Francesco, concludendo l’omelia della Messa per la solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo nella quale ha benedetto i Palli destinati ai 46 nuovi arcivescovi metropoliti, simbolo, ha spiegato loro, “del vostro compito pastorale”. “La Chiesa - le parole del Papa ai presuli - vi vuole uomini di preghiera, maestri di preghiera; che insegnino al popolo a voi affidato dal Signore che la liberazione da tutte le prigionie è soltanto opera di Dio e frutto della preghiera”. L’invito, inoltre, a essere per i più bisognosi “angeli e messaggeri della carità!”. La Chiesa, ha proseguito il Pontefice, “vi vuole uomini di fede, maestri di fede: che insegnino ai fedeli a non aver paura dei tanti Erode che affliggono con persecuzioni, con croci di ogni genere. Nessun Erode è in grado di spegnere la luce della speranza, della fede e della carità di colui che crede in Cristo!”.
La Chiesa, ha aggiunto ancora il Papa rivolgendosi ai nuovi arcivescovi metropoliti che oggi hanno ricevuto il Pallio, “vi vuole uomini di testimonianza”. “Non c’è testimonianza - ha ammonito Francesco - senza una vita coerente! Oggi non c’è tanto bisogno di maestri, ma di testimoni coraggiosi, convinti e convincenti; testimoni che non si vergognano del Nome di Cristo e della sua Croce né di fronte ai leoni ruggenti né davanti alle potenze di questo mondo”. Sull’esempio di Pietro e di Paolo “e di tanti altri testimoni lungo tutta la storia della Chiesa, testimoni che, pur appartenendo a diverse confessioni cristiane, hanno contribuito a manifestare e a far crescere l’unico Corpo di Cristo”, la sottolineatura del Pontefice “alla presenza - sempre molto gradita - della Delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, inviata dal caro fratello Bartolomeo I”. Per Francesco, “la testimonianza più efficace e più autentica è quella di non contraddire, con il comportamento e con la vita, quanto si predica con la parola e quanto si insegna agli altri”. “Insegnate la preghiera pregando; annunciate la fede credendo; date testimonianza vivendo!”, la triplice consegna ai neo arcivescovi.
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