Papa Francesco: la mondanità ha preso in ostaggio il Natale
Nella messa della notte di Natale, l'invito del Papa ad afferrare lo sirito del Natalevero. Il pensiero ai bimbi abortiti, a quelli che vivono sulle strade e nelle zone di guerre.
"Nonostante le nostre tenebre, la luce del Natale risplende". E' la certezza espressa da papa Francesco nella Messa dellanotte di Natale, nella basilica vaticana. La cerimonia è iniziata con il canto della Kalenda, che ricorda come Gesù, nato da donna, nel tempo, sia entrato nella storia dell'uomo. Una storia che ancora oggi lo vede protagonista tenero e salvatore, come più volte espresso dal pontefice nel corso della sua accorata omelia. Un pensiero anche più lungo rispetto al solito, per far "assaporare lo Spirito vero del Natale", quello espresso dal presepe, in antitesi "a quella mondanità che ha preso in ostaggio il Natale". Un evento, quello della nascita di Gesù, che ancora oggi è la risposta alle tante tragedie dell'umanità. "Lasciamoci interpellare dal Bambino nella mangiatoia, ma lasciamoci interpellare anche dai bambini che, oggi, non sono adagiati in una culla e accarezzati dall’affetto di una madre e di un padre, ma giacciono nelle squallide mangiatoie di dignità" - ha detto Francesco: "nel rifugio sotterraneo per scampare ai bombardamenti, sul marciapiede di una grande città, sul fondo di un barcone sovraccarico di migranti. Lasciamoci interpellare dai bambini che non vengono lasciati nascere, da quelli che piangono perché nessuno sazia la loro fame, da quelli che non tengono in mano giocattoli, ma armi".
All'inizio della sua omelia papa Francesco aveva assicurato sull'annuncio del Natale. "È una notte di gioia, perché da oggi e per sempre Dio, l’Eterno, l’Infinito, è Dio con noi: non è lontano, non dobbiamo cercarlo nelle orbite celesti o in qualche mistica idea; è vicino, si è fatto uomo e non si staccherà mai dalla nostra umanità, che ha fatto sua".
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