Papa Francesco: nella prefazione al libro di Benedetto XVI, “Si vede che è un uomo che veramente crede, che veramente prega”
Nel suo dire papa Benedetto incarna esemplarmente il cuore di tutto l’agire sacerdotale – scrive Papa Francesco
“Ogni volta che leggo le opere di Joseph Ratzinger / Benedetto XVI mi diviene sempre più chiaro che egli ha fatto e fa ‘teologia in ginocchio’: in ginocchio perché, prima ancora che essere un grandissimo teologo e maestro della fede, si vede che è un uomo che veramente crede, che veramente prega; si vede che è un uomo che impersona la santità, un uomo di pace, un uomo di Dio”. Lo scrive Papa Francesco nella prefazione, firmata lo scorso 7 marzo, all’antologia di testi del suo predecessore sul sacerdozio e anticipata integralmente sul numero di domani de L’Osservatore Romano in distribuzione da oggi pomeriggio. Intitolato “Insegnare e imparare l’amore di Dio” (Siena, Cantagalli, 2016, pagine 304, euro 19). “E così egli incarna esemplarmente il cuore di tutto l’agire sacerdotale – scrive Papa Francesco -: quel profondo radicamento in Dio senza il quale tutta la capacità organizzativa possibile e tutta la presunta superiorità intellettuale, tutto il denaro e il potere risultano inutili; egli incarna quel costante rapporto con il Signore Gesù senza il quale non è più vero niente, tutto diventa routine, i sacerdoti quasi stipendiati, i vescovi burocrati e la Chiesa non Chiesa di Cristo, ma un prodotto nostro, una ong in fin dei conti superflua”. “Cari confratelli! – esorta Papa Bergoglio – Io mi permetto di dire che se qualcuno di voi dovesse mai avere dei dubbi sul centro del proprio ministero, sul suo senso, sulla sua utilità, se dovesse mai avere dei dubbi su cosa veramente gli uomini si attendono da noi, mediti profondamente le pagine che ci vengono offerte: perché essi si attendono da noi soprattutto quello che in questo libro troverete descritto e testimoniato: che portiamo loro Gesù Cristo e che li conduciamo a lui, all’acqua fresca e viva, della quale hanno sete più di ogni altra cosa, che solo Lui può donare e che nessun surrogato mai potrà rimpiazzare; che li conduciamo alla felicità piena e vera quando più nulla li soddisfa, che li conduciamo a realizzare quel loro più intimo sogno che nessun potere potrà mai promettergli ed esaudire!”.
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