Un dicastero per lo sviluppo umano integrale
Lo ha voluto papa Francesco, che lo guiderà personalmente.
Un nuovo “Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale”, che riunirà dal 1° gennaio 2017 il Pontificio Consiglio per la giustizia e per la pace, il Pontificio Consiglio “Cor Unum”, il Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti e il Pontificio Consiglio della pastorale per gli operatori sanitari. Lo ha istituito Papa Francesco con Motu proprio che (insieme al relativo Statuto) verrà pubblicato su “L’Osservatore Romano” di oggi. Ne dà notizia la Sala stampa vaticana, precisando che la decisione è del 17 agosto scorso, su proposta del Consiglio dei Cardinali. Dal 1° gennaio, quindi, gli attuali quattro Pontifici Consigli “cesseranno dalle loro funzioni e verranno soppressi, essendo abrogati gli articoli 142-153 della Costituzione apostolica Pastor Bonus”. Prefetto del nuovo dicastero sarà il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, attualmente presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace. “Una sezione del nuovo Dicastero – precisa la Sala Stampa – esprime in maniera speciale la sollecitudine del Papa per i profughi e i migranti. Infatti, non può esserci oggi un servizio allo sviluppo umano integrale senza una particolare attenzione al fenomeno migratorio. Per questo tale sezione è posta ‘ad tempus’ direttamente sotto la guida del Sommo Pontefice (cfr Statuto, art. 1 §4)”.
“In tutto il suo essere e il suo agire, la Chiesa è chiamata a promuovere lo sviluppo integrale dell’uomo alla luce del Vangelo. Tale sviluppo si attua mediante la cura per i beni incommensurabili della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato”. Si apre così il Motu proprio con il quale Papa Francesco istituisce, con decorrenza dal prossimo 1° gennaio, il “Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale”. Datato 17 agosto, il documento è stato reso noto oggi e ricorda che il Papa, “nella sua opera in favore dell’affermazione di tali valori, adatta continuamente gli organismi che collaborano con Lui, affinché possano meglio venire incontro alle esigenze degli uomini e delle donne che essi sono chiamati a servire”. Il Dicastero, pertanto, nasce per “attuare la sollecitudine della Santa Sede nei suddetti ambiti, come pure in quelli che riguardano la salute e le opere di carità”, e “sarà particolarmente competente nelle questioni che riguardano le migrazioni, i bisognosi, gli ammalati e gli esclusi, gli emarginati e le vittime dei conflitti armati e delle catastrofi naturali, i carcerati, i disoccupati e le vittime di qualunque forma di schiavitù e di tortura”.
Lo Statuto precisa che “una sezione del Dicastero si occupa specificamente di quanto concerne i profughi e migranti”, ed “è posta ad tempus sotto la guida del Sommo Pontefice che la esercita nei modi che ritiene opportuni”. Per quanto riguarda la struttura dell’organismo vaticano – che “agisce in stretta collaborazione con la Segreteria di Stato, nel rispetto delle rispettive competenze” –, sarà “presieduto da un prefetto, coadiuvato da un segretario e almeno un sottosegretario, che possono anche essere fedeli laici”.
Tra i compiti del nuovo Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale istituito dal Papa con il Motu Proprio, declinati dal suo Statuto, vi sono la raccolta di “notizie e risultati di indagini circa la giustizia e la pace, il progresso dei popoli, la promozione e la tutela della dignità e dei diritti umani, specialmente, ad esempio, quelli attinenti il lavoro, incluso quello minorile, il fenomeno delle migrazioni e lo sfruttamento dei migranti, il commercio di vite umane, la riduzione in schiavitù, la carcerazione, la tortura e la pena di morte, il disarmo o la questione degli armamenti nonché i conflitti armati e le loro conseguenze sulla popolazione civile e sull’ambiente naturale (diritto umanitario)”. L’organismo vaticano “valuta questi dati e rende partecipi gli organismi episcopali delle conclusioni che ne trae, perché essi, secondo opportunità, intervengano direttamente”. Inoltre, “si adopera perché nelle Chiese locali sia offerta un’efficace e appropriata assistenza materiale e spirituale – se necessario anche mediante opportune strutture pastorali – agli ammalati, ai profughi, agli esuli, ai migranti, agli apolidi, ai circensi, ai nomadi e agli itineranti”; “favorisce e coordina le iniziative delle istituzioni cattoliche che s’impegnano per il rispetto della dignità di ogni persona e l’affermazione dei valori della giustizia e della pace e nell’aiuto ai popoli che sono nell’indigenza, specialmente quelle che prestano soccorso alle loro più urgenti necessità e calamità”. Sotto la sua competenza rientreranno la Giornata mondiale della pace, la Giornata mondiale delle migrazioni e la Giornata mondiale del malato.
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