Mons. Renzo invita i fedeli a una Pasqua in stile sinodale
Messaggio del Vescovo di Mileto alla diocesi per le prossime feste.
“La Pasqua, che ci fa fare memoria della Risurrezione di Gesù, non è il lieto fine di una bella favola. È l’intervento redentivo di Dio Padre là dove la speranza dell’uomo si infrange. Nel momento in cui tutto sembra perduto, nel momento del dolore quando si vorrebbe scendere dalla croce”, è lì che “Gesù ci prende sulle sue spalle come fa con la pecorella ferita”. È quanto scrive il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Luigi Renzo, in un messaggio alla diocesi in occasione della Pasqua. Per l’occasione il vescovo ha consegnato ai sacerdoti un volume (“Misericordiosi come il Padre”, edito dalla Lev) contenente le sue omelie nell’anno giubilare. Nel messaggio, mons. Renzo cita il Sinodo diocesano annunciato qualche settimana fa, un evento che “dobbiamo sentire più che mai stimolante per allontanarci – scrive – dal sepolcro di una fede vuota, che rischia di restare disincarnata e avulsa dalla vita”. Il presule ricorda l’icona evangelica scelta per il cammino sinodale: l’incontro di Gesù con la Samaritana, che dovrà offrire gli “spunti necessari” e “l’energia fresca” per tornare “ad adorare Dio in spirito e verità” e per “portare una ventata di Vangelo a questo mondo disturbato dalla frenesia del possesso e da tutto quell’insieme di idoli affascinanti ed illusori (attaccamento al denaro, smania di apparire, volontà di potenza, ricerca del piacere ecc.) che impediscono di volare alto verso una umanità più bella, più libera e più vera. L’umanità del Risorto è il modello della nostra umanità”. Tema del Sinodo – ricorda mons. Renzo – è “La Chiesa che siamo. La Chiesa che vogliamo” allo scopo “di capire più concretamente come muoverci e intraprendere il nostro ‘esodo’ comunitario verso la nostra Terra promessa; verso, cioè, una Chiesa che amiamo davvero, che sentiamo nostra e in cui ci identifichiamo senza riserve e senza bende di copertura”. La Pasqua, è l’augurio del vesovo, aiuti quindi ciascuno “ad apprezzare di più il dono della fede che Lui ci ha fatto, per capire a fondo che la sete che porta Gesù a chiedere da bere alla Samaritana è sete di buone relazioni con tutti, è sete di giustizia, di ascolto e di rispetto reciproco, di ripartenza verso il comune traguardo di una Chiesa tutta sinodale, che cammina unita e libera da narcisismi ed autoreferenzialità, disponibile a misurarsi e a muoversi su orientamenti pastorali di frontiera, volti a rendere più giusta e fraterna la comunità degli uomini e delle donne”.
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