Dominique, la sarta della Pedace che fu
Nel libro di Antonio Petrassi una storia che ci viene dal paese presilano.
Emma ed Alfredo sono due abitanti della Pedace del Novecento. La donna è una rinomata sarta del Paese, mentre l’uomo è un giovanotto che per sopravvivere lavora in Sila come taglialegna. Emma, denominata “Dominique” (poiché a quell’epoca la moda francese era la migliore), sogna di sposarsi con Alfredo e vivere dignitosamente. Nei piani del giovane, però, non c’è il matrimonio. C’è invece il desiderio di emigrare e trovare fortuna in America. Questa storia è raccontata nell’ultimo libro di Antonio Petrassi che riprende il soprannome di Emma “Dominique” (Pellegrini editore). Petrassi è cresciuto a Pedace negli anni duri della guerra. Dal paese presilano osservava come “gli aeroplanini buttavano i pisellini – diceva con l’innocenza di un bambino di 5 anni – su Cosenza”, ovvero i bombardamenti alleati dilaniavamo la città dei bruzi. Materia rilevante del libro è, appunto, l’epoca del fascismo, della seconda guerra mondiale e della carestia, del caso degli sfollati che interessavano in particolare Pedace, i paesi della fascia presilana e della provincia cosentina narrati dettagliatamente. La storia di Emma, che dopo l’improvviso abbandono di Alfredo decide di chiudere ogni tipo di rapporto con il mondo esterno buttandosi a capofitto nel suo lavoro di sarta, rappresenta l’attaccamento al posto in cui si è nati, ma anche il latitante rispetto per quanto riguarda Alfredo nei confronti di Emma. Il libro, come scrive l’autore nella dedica, è rivolto “a tutte le donne vittime della prepotenza e della violenza degli uomini”. Per Petrassi, Dominique è un esempio di coerenza. Una donna vessillo della modestia, dell’onestà, valori che sembrano essere smarriti nell’attuale società civile. Emma avrebbe potuto lasciare Pedace, emigrare e diventare famosa e ricca andando oltre i confini del paese proiettandosi in un’orbita molto ampia.
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