L’intera area, vicina al moderno cimitero, è sottoposta a regime di vincolo archeologico dal 2004
L’antica necropoli di Serra d’Aiello
Nella necropoli dell’età del Ferro in località Chiane sono stati rinvenuti numerosi reperti
L'area presa in esame in questo articolo si trova in località Chiane, situata nei pressi del cimitero di Serra d’Aiello, all’estremità nord-occidentale del sistema collinare di Cozzo Piano Grande e Cozzo Carmine Antonio.
Il sito occupa una serie di terreni elevati a circa 300 m. sulla costa Tirrenica, tra i fiumi Oliva e Savuto. La zona, nella quale si tende ad identificare Temesa arcaica, è ben nota dalla letteratura archeologica, ma non è mai stata sottoposta ad indagini, se non negli ultimi anni.
Nel 1921 e nel 1924 si recuperarono oggetti in bronzo provenienti probabilmente da un contesto sepolcrale: si tratta di due punte di lancia, di un sauroter (tallone in metallo dell’asta della dory, la lancia degli opliti dell’antica Grecia), di un pendaglio a forma di quadrupede e di una fibula, tutti databili alla prima età del Ferro e analoghi a quelli noti dalla vicina Cleto.
Non si può escludere che, tali oggetti, siano pertinenti ad un nucleo di sepolture da riferire all’insediamento di Cozzo Carmine Antonio, di successiva identificazione.
Nel corso del 2004, con la prima campagna di scavi, iniziata ad aprile e terminata a giugno, e finanziata dalla stessa Soprintendenza Archeologica calabrese, sono state portate alla luce (in un’area di circa 200 mq.) 14 sepolture a fossa (all’interno corredi vascolari, fibule, gioielli d’ambra, punte di lancia, sauroter, ed un disco d’oro di fattura etrusca), con uno scarto cronologico databile dalla fine del IX alla fine dell’VIII secolo a.C.
L’intervento, avvenuto presso il cimitero, ha interessato l’area più occidentale di un modesto pianoro, che faceva parte di una necropoli più estesa, con interessanti articolazioni tipologiche e cronologiche.
Le tombe individuate documentano la presenza di due rituali funerari, l’inumazione supina in fossa e (in due casi) l’incinerazione entro urne costituite da un vaso biconico chiuso con una scodella; caso piuttosto isolato nel panorama dell’età del Ferro in Italia meridionale.
Per la composizione dei corredi si sottolinea, accanto al vasellame d’impasto, la presenza di oggetti in metallo, bronzo e ferro.
Nelle sepolture maschili sonostate rinvenute: una cuspide di lancia in bronzo, sempre associata al sauroter, in compagnia di una o più fibule ad arco serpeggiante in bronzo.
Di rilievo è la tomba n. 9, che è ad incinerazione, in una grande olla ad orlo svasato, in cui, insieme alla lancia ed a quattro fibule ad arco serpeggiante in bronzo, sono presenti una cuspide di lancia in ferro ed una grande fibula con staffa a disco, pure in ferro.
Di eccezionale interesse sono le tombe femminili n. 6 e n. 14, che sono caratterizzate da ricchissime parures metalliche ed in ambra (fibule ad arco serpeggiante, fibule a quattro spirali con staffe quadrangolari o circolari, falere, anelli, pendagli) con confronti con le ricche sepolture di Francavilla Marittima, Amendolara e Policoro.
Ad un orizzonte più recente riporta un altro piccolo gruppo di sepolture, tra cui la tomba n. 10, che presenta una coppa di tradizione protocorinzia, data-bile tra fine VIII e inizi VII sec. a.C.
La scoperta ha dimostrato chiaramente la presenza di un insediamento della prima età del ferro sulle alture del bacino del fiume Oliva. Un centro ricco e vitale di commerci e - per l’utilizzo del ferro già nel IX secolo a.C., prima ancora dell’arrivo dei greci avvenuto nell’VIII secolo a.C. - di importanza politica notevole.
Successiva alla scoperta e alla prima campagna di scavo ci fu l’imposizione del vincolo archeologico che risale al l’ottobre del 2004, per salvaguardare e tutelare un’area così importante per lo studio della storia del territorio.
La seconda campagna di scavi, condotta nel 2005, che si è conclusa a fine ottobre, ha interessato un’area di circa 800 mq. ed ha ormai reso chiara la presenza di una estesa e ricca necropoli.
Alle 14 sepolture a fossa del 2004 si sono venute ad aggiungere altre 12 tombe a fossa semplice o segnate da cordoli in ciottoli di fiume, oltre a centinaia di reperti portati alla luce, risalenti al periodo tra la fine del IX sec. e gli inizi del VII sec. a.C., che evidenziano ancora di più l’eccezionale interesse archeologico dell’area di Serra d’Aiello, che sempre di più si può identificare con Temesa per la tipologia dei materiali scoperti, l’elevato numero di oggetti di bronzo rinvenuti, l’alto grado di organizzazione sociale che la necropoli rivela; quella Temesa cantata da Omero, centro in cui mercanti greci e orientali si recavano a scambiare il rame con il bronzo.
Sembra quasi inutile ricordare che l’individuazione della necropoli, avvenuta quasi per caso in passato in concomitanza dell’impianto di un uliveto, è di eccezionale interesse. La necropoli dell’età del Ferro in località Chiane, proprio nel centro abitato di Serra Aiello (di fianco al moderno cimitero), ha sfornato oggetti di armamento di bronzo, vasellame di impasto e oggetti di ornamento, soprattutto fibule, in bronzo e ferro.
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