La nuova sfida dell'informazione
Non può che essere anche digitale
Oggi deroghiamo alla buona regola della discrezione e ci occupiamo delle cose di casa nostra. O meglio, del futuro dell’informazione ai tempi di Internet e dei colossi social. Questa mattina il quotidiano torinese “La Stampa” annuncia la “sua” rivoluzione digitale attraverso l’accordo con un gigante come Google, per l’offerta dei propri contenuti sul mobile con efficacia e tempistica accelerate. Tre gli obiettivi illustrati dal direttore Mario Calabresi: offrire i propri contenuti su misura della moderna domanda di informazione frammentata (non solo l’intero menù cartaceo, ma mille piatti saporiti); catturare il popolo errante della rete, soprattutto giovanile sempre più allergico alla carta stampata; conquistare nuovi profitti attraverso il mercato pubblicitario digitale. Il futuro dell’informazione è già qui, grazie anche all’innovazione tecnologica che dovrebbe consentire una fruizione immediata con costi minori per l’utente.All’iniziativa nata in partnership con Google partecipano otto fra le principali testate europee a cui si sono aggiunti altri importantissimi editori internazionali. Inoltre si segnala l’adesione di alcune fra le principali piattaforme digitali mondiali. Dunque una rivoluzione che, stando agli ideatori, porterà le notizie in tempo reale e più velocemente su tablet e cellulari.La sfida internazionale è lanciata e per chi produce notizie (il Sir) come per chi costruisce informazione locale (settimanali cattolici), è un passaggio fondamentale. Ogni ritardo nell’innovazione rischia di erodere vecchi lettori e di tagliare i ponti con i nuovi lettori, soprattutto giovani. Urge innovazione, non solo di contenuto, ma anche di prodotto. Anche perché, se non fosse chiaro, la posta in gioco è altissima: conquistare i lettori di domani, non solo quote di mercato pubblicitario digitale. Senza i primi, infatti, non c’è mercato che tenga.
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