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Il film-maker ha voluto descrivere il tormento personale e la cura per i poveri e gli ammalati da parte del mistico

Spiritualità e storia nel film su Padre Pio di Abel Ferrara

Arriva nelle sale italiane il film “Padre Pio” del regista americano Abel Ferrara e con protagonista l’attore Shia LaBeouf. 

Spiritualità e storia nel film su Padre Pio di Abel Ferrara

Si tratta di una co-produzione italo-tedesca realizzata con il contributo di Apulia film commission e della Regione Puglia, con il patrocinio della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il sostegno della Regione Lazio – Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo. “Mi ha colpito il fatto che Padre Pio sia un secondo Cristo, un Cristo italiano. E poi è un Santo, un eroe popolare che spesso viene rappresentato come un Dio, ma allo stesso tempo è così contemporaneo”. Così si è espresso Abel Ferrara parlando della sua nuova pellicola incentrata sulle vicende del noto mistico di Pietralcina, di cui ha sempre apprezzato la capacità di saper ascoltare, di avere una mente brillante e di mostrare empatia verso gli altri. Il suo essere compassionevole è stata la sua carta vincente perché l’ha reso un fratello per tutti coloro che sono nel bisogno. Affrontare nei suoi prodotti cinematografici tematiche dal sapore religioso, mistico, legate alla redenzione e al peccato non è una novità per il regista statunitense, il quale è solito ambientare le sue storie in metropoli notturne e pericolose, popolate da gente di malaffare, peccatrice ed emarginata che cerca, tuttavia, la redenzione (un esempio è “Il cattivo tenente” o la “trilogia del peccato”). In fondo la tentazione e la sofferenza accomunano tutto il genere umano, per cui bisogna trovare – come ribadisce il regista – gli strumenti adatti per fare le giuste scelte e per correggersi sempre. Tutto ciò in linea con una visione cattolica della vita che pone al centro l’aiuto per il prossimo. Il regista cristiano, con qualche tendenza buddista, cresciuto nel Bronx, è stato sempre attratto dalla figura ammaliante di Padre Pio. “Mi ha sempre affascinato la sua umanità, la sua semplicità. In fondo era un monaco, anzi se gli si chiedeva chi fosse ci teneva a dire che era solo un semplice religioso anche scarsamente istruito … Ho amato poi il suo travaglio interiore, questa sua battaglia che non gli ha impedito di portare avanti la sua missione come ad esempio costruire ospedali” ha aggiunto l’americano. Abel ha letto i libri e le lettere di Padre Pio, cercando di comprendere bene la sua vita e il suo carisma sacerdotale. La pellicola è il ritratto il più possibile fedele dei primi anni del cammino spirituale del frate, del suo ministero a San Giovanni Rotondo e del suo rapporto con i cittadini. Girata a Monte Sant’Angelo e, in parte, a San Marco La Catola, la storia è ambientata nel 1920 all’indomani della prima guerra mondiale. A San Giovanni Rotondo si tennero, nell’ottobre del 1920, le prime elezioni che furono vinte dalla sinistra. La vita di questa località pugliese girava tutta attorno all’economia agraria e alla chiesa locale, per cui le personalità più autorevoli erano i proprietari terrieri e i preti. La destra negò l’esito della elezioni e si macchiò di un’immane strage, che portò alla morte di tredici socialisti e di un carabiniere, anticipando l’imminente ventennio fascista. Abel ha deliberatamente scelto di intrecciare la storia del frate con quella dell’eccidio di San Giovanni Rotondo perché sono connesse fra loro. Il massacro del 14 ottobre 1920 coincise effettivamente con l’ingresso di Padre Pio nel convento sperduto sulle montagne del Gargano. L’arrivo del religioso ebbe come effetto quello di avvicinare un luogo desolato e dimenticato da Dio alla bellezza della religione. Il cappuccino si dedicò ad assistere poveri e ultimi, con amore ed empatia scoprendo la sua vocazione. Il cineasta introduce il fenomeno delle stimmate del santo di Pietralcina, parla delle visioni inquietanti che lo assillano, dei suoi tormenti personali e delle sue debolezze terrene, quasi come se tutto ciò fosse un ammonimento per il periodo buio che si stava preparando, tra guerre, crisi finanziaria e olocausto. La pellicola vuole essere non solo un tributo alle vittime di questa brutale carneficina, ma anche un mezzo per esprimere la vicinanza al dolore vissuto dal popolo ucraino per la guerra in corso. Per Abel Ferrara è stata una grande sfida rendere sullo schermo l’idea di una santità complessa qual è quella di Padre Pio, piena di ostacoli, di difficoltà e di sospetti. Il frate è stato un personaggio dal comportamento non facile, accusato di essere affetto da disturbi psichici e di avere una personalità istrionica. L’attore Shia LaBeouf, che nel film veste i panni del santo frate, ha vissuto una sorta di crisi mistica simile a quella di Padre Pio, una crisi che l’ha portato, durante le riprese nel 2021, a convertirsi al cattolicesimo. Shia, che ora vorrebbe diventare anche diacono, ha avuto sin da piccolo una grande propensione per la religione, ricevendo dalla madre insegnamenti sulla fede ebraica e dal padre lezioni sui valori cristiani. Il cattolicesimo gli ha dato la forza necessaria per affrontare i problemi di alcolismo e le accuse di aggressione e di violenza sessuale avanzategli dall’ex fidanzata. A conversione avvenuta, pare che Mel Gibson l’abbia introdotto alla messa in latino a al Libro dei Maccabei. Completano il cast del film vari attori italiani fra cui Marco Leonardi, Luca Lionello e Asia Argento.

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