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Varco aperto per la psicologia nella scuola cattolica?

L'esempio del servizio all'interno del Collegio San Carlo di Milano in un volume curato da Mariaelena Fazio e Stefano Monti presentato nei giorni scorsi a Cosenza. Ecco perché il titolo è: "Il genitore emotivo"

Varco aperto per la psicologia nella scuola cattolica?

Apre varchi di riflessione notevoli il volume di Mariaelena Fazio e Stefano Monti "Il genitore emotivo", presentato nei giorni scorsi a Cosenza. Sono tanti, infatti, i temi trattati, al punto che l'autrice non riesce a sviscerarli tutti nei pochi minuti di intervista che realizziamo. In realtà, quando si entra nel campo della psiche, in famiglia, a scuola, nei diversi ambienti, le emotività da raccontare sono tante. Così, nella prima parte del volume, al centro c’è la famiglia. “Analizziamo la dinamica all’interno della famiglia, come quella del lutto, la perdita di un genitore da parte di un adolescente; oppure il passaggio dalla categoria amatoriale a quella professionista dello sport”. La famiglia è proprio il luogo dove si sperimentano le emozioni, tanto più quando il vissuto di un genitore o di un figlio è lacerato da crisi. “Parliamo della famiglia in genere e delle dinamiche all’interno di esse. A prescindere dallo stare sotto lo stesso tetto o dal vivere il dolore della separazione e del divorzio, comunque si rimane famiglia. E alla base di tutto c’è l’interazione e la comunicazione e l’importanza di gestire le emozioni”. Si tratta di condire le parole con le emozioni – dice Mariaelena Fazio. “L’emotività è come un arcobaleno: un unico fascio di luce che solo quando incontra il prisma diventa uno spettro di colori che vanno dal più chiaro al più violaceo. Così sono le relazioni familiari. Il genitore – figlio è un unicum, che poi assume diverse sfumature a seconda delle situazioni familiari”.

Un libro che, a dargli una lettura, ti sembra ancora in itinere, quasi una clausola aperta come l'anima fluttuante dell'uomo alle prese con il presente. Anche l'autrice, giovanissima siciliana, davanti a noi, è ancora in formazione. Protagonista nel progetto di psicoterapia del Collegio San Carlo di Milano, oggi studia nella scuola Gestaltherapy Kairos di psicoterapia. L'approccio al tema che vuole trattare allora non può che essere appassionato, fresco, interessato. Merito di persone che le sono state affianco in questi anni di sudate carte, da don Aldo Geranzani, a Stefano Monti, coautore del volume, che del progetto di psicoterapia milanese è responsabile. A proposito, "Il genitore emotivo" è nelle librerie proprio a vent'anni dall'intuizione di don Geranzani di aprire una breccia nel vissuto dei malati quale quella della psicologia, quasi come una possibilità in più per vivere.

Il libro è scritto a quattro mani, appunto con il dottor Stefano Monti. Insieme, condividono l’esperienza del servizio psicopedagogico al Collegio San Carlo di Milano. Il Servizio di psicologia del Collegio S. Carlo opera dal 1995 all’interno dell’Istituto, svolgendo attività di consulenza e diagnosi su temi che riguardano l’apprendimento, la psicologia dello sviluppo, i rapporti fra docenti, alunni e genitori. “Don Aldo Geranzano, rettore del Collegio San Carlo di Milano aveva intuito già venti anni fa come la figura di uno psicologo poteva coordinare quelle figure che girano attorno alla scuola, genitori, insegnanti alunni”. La prima parte del testo “è dedicata agli alunni che don Aldo vuole aiutare e crede che per prima cosa sia individuare una figura stabile accanto ai giovani. Nella seconda parte raccontiamo il progetto sperimentale portato avanti con il dottor Monti dei gruppi appositi per i genitori. Siamo partiti con 60 genitori. Abbiamo cercato di capire cosa potevamo aggiungere negli anni e abbiamo coinvolto i genitori facendoli lavorare in gruppi”.

Esperienza di scuola, patto intergenerazionale e utilizzo della psicologia. “La grandezza di don Aldo e del dottor Monti – prosegue l’autrice - è stata quella di capire che la psicologia non è un nemico degli attori sociali della scuola, ma è una potenza, una risorsa, perché uno psicologo, agendo da esterno, può fungere da collante tra tutti”.

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