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A Cerisano conclusa la settimana giubilare

La Parrocchia di San Lorenzo Martire, dall’11 al 16 ottobre, in occasione del V centenario della santificazione di Ugolino da Cerisano, ha vissuto un momento unico nella storia del borgo delle Serre, con l’apertura della Porta Santa. A presiedere le celebrazioni, gli Arcivescovi Nolè e Nunnari. «Un momento di Grazia per cercare la concordia nella pace di Cristo», afferma il parroco don Alfonso Vulcano.

A Cerisano conclusa la settimana giubilare
Sant'Ugolino da Cerisano
Fedeli nella Chiesa Madre di San Lorenzo Martire - Cerisano, 16 ottobre 2016

«In questi giorni abbiamo avuto la possibilità di respirare, di vivere il profumo del Giubileo. Un profumo che ritempra lo spirito e che ci chiama all’espiazione delle nostre colpe, attraverso il sacramento della Riconciliazione, a guardare avanti, a cercare la concordia, intessendo trame di comunione, trame di misericordia, al fine di rendere la nostra Comunità una famiglia; attraversando la porta, noi abbiamo attraversato la grazia di Cristo. Ebbene, dobbiamo farlo sempre. Dobbiamo sempre cercare di attraversare la Sua Grazia per conformarci a lui, donando misericordia e cercando misericordia, per noi, per le nostre famiglie, per la nostra Comunità»: nelle parole del parroco di Cerisano, don Alfonso Vulcano, risulta efficacemente compendiato il senso gioioso di un momento unico nella storia dell’antico borgo delle Serre, con la Parrocchia di San Lorenzo Martire, che, dall’11 al 16 ottobre, ha avuto l’onore di assurgere a Sito giubilare straordinario. «Nell’anno del Giubileo della Misericordia, voluto da Papa Francesco, abbiamo celebrato e vissuto nel miglior modo possibile il V centenario della Santificazione dei martiri di Ceuta, e quindi anche del nostro Sant’Ugolino – spiega don Alfonso –, in comunione con Belvedere Marittimo, Castrovillari, Corigliano Calabro e, anche se solo attraverso internet, con Ceuta», la città, oggi enclave spagnola circondata dal territorio marocchino e affacciata nei pressi dello Stretto di Gibilterra, dove Ugolino, insieme con altri sei confratelli, come lui appartenenti all’Ordine minoritico, si recò per annunziare Cristo tra i maomettani e dove trovò il martirio nell’ottobre del 1227; esimio esempio di virtù eroica, Ugolino, alla stregua dei suoi compagni, fu poi innalzato all’onore degli altari nel gennaio del 1516, quando Leone X ne consentì il culto, fissando il giorno delle celebrazioni per il 13 ottobre. Un anniversario importante, quindi, degnamente onorato col Giubileo vissuto nella parrocchia di Cerisano, ove lo scorso 11 ottobre, S. E. Mons. Francescantonio Nolè, Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano, ha aperto la Porta Santa, ponendosi, durante una cerimonia grondante emozioni non comuni, idealmente in Cammino col popolo di Cerisano, accorso numeroso nella chiesa madre cerisanese, per partecipare all’importante evento e fare proprie le parole del presule cosentino, il quale ha, ancora una volta, palesato una straordinaria umanità verso coloro i quali si sono appropinquati a lui. «Così come attraversiamo la Porta – ha affermato Mons. Nolè –, dobbiamo attraversare il cuore di Cristo, col dono della Misericordia, col proposito di cambiare veramente. Così si arriva alla Salvezza: del resto, non ci può essere Salvezza senza Conversione. Tale conversione deve coinvolgerci totalmente e ognuno deve aderire personalmente alla Grazia di Dio, cercando la via della Verità, quella che ci avvicina ai Pensieri del Padre... Ah, quanto sono distanti i Suoi Pensieri dai nostri pensieri... Eppure, dobbiamo fare in modo di approssimarci alla Sua Parola. È vero: siamo peccatori, tuttavia dobbiamo guardare avanti, adoperandoci, innanzitutto, per il bene comune e, da qui, camminare nelle Vie del Perdono, dell'Amore. L'Amore che può tutto, l’amore che si sacrifica: questo fece Ugolino, il vostro Santo, quel Sant'Ugolino che ha offerto al mondo intero un esempio di fedeltà totale al Vangelo. Ora tocca a voi. Tocca a voi cerisanesi, che avete dato i natali ad un Santo. Ciò sta a indicare che l’humus è buono. Dobbiamo coltivarlo, insieme, cogliendo un grande dono: il dono d’essere santi, testimoniando la santità». Parole, quelle di Nolè, cui hanno fatto seguito, dopo qualche giorno, il 16 ottobre, quelle di S.E. Mons. Salvatore Nunnari, Arcivescovo Emerito di Cosenza-Bisignano, che ha presieduto la funzione conclusiva della settimana giubilare straordinaria, coincisa anche col XVII anniversario di ordinazione sacerdotale del parroco don Alfonso. Una presenza gradita, quella dell’Arcivescovo emerito, il quale, mostrando anch’egli una grande disponibilità all’ascolto e all’incontro con i fedeli cerisanesi, è stato deciso nell’asserire come «alla chiusura della Porta Santa si deve accompagnare l'apertura del nostro Cuore, in questo paese, Cerisano, che si riconosce nel martirio del suo figlio Ugolino. È motivo di gioia per me essere oggi qui, nella vostra parrocchia: vedete, una parrocchia è una famiglia; deve esserlo, perché se una parrocchia non è famiglia, non è nemmeno Chiesa. Oggi, questa famiglia celebra la conclusione di questa Settimana Giubilare. Una Settimana in cui avete sperimentato la misericordia del Padre, attraversando la Porta Santa, sentendo l'abbraccio del Padre, gustando la tenerezza di Dio Padre. Ciò è vitale, nel contesto di una società che ha difficoltà a ritrovare il senso della vita dell'uomo... Ma qui avete vissuto la Settimana giubilare, con questa porta, col Signore che ci accoglie e ci dà serenità. Adesso che si chiude cosa resta? Il dono di essere figli della Misericordia e il dono della preghiera. In un mondo che non dà spazio al silenzio, ovvero al momento ideale per l'incontro con Dio, la preghiera ci dà forza. La preghiera, come l'amore, è la presenza costante di Dio sulla Terra... L'amore del mio Signore è dentro di me costantemente... Lui è presente, come ci ha promesso. Amen». «Lasciamoci, dunque, sorprendere dal Signore, al quale chiedo – ha chiosato don Alfonso – di poter continuare a scrivere quello che Lui vuole, impegnandomi, come ci insegna Santa Teresa di Gesù Bambino, ad Amare e a far Amare Gesù, il sommo Amore. Io credo che amare significhi far amare quest’Amore, tenendo presente che non c'è gioia e non ci sarà gioia per noi se non portiamo, dentro di noi e al nostro prossimo, la pace di Cristo. Grazie a tutti voi».

Pierfrancesco Greco

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