Da Acri a Paola. Il Beato Angelo e san Francesco
Una giornata preziosa per sperimentare il dono della misericordia di Dio. Si rinnova il legame tra i due centri della provincia bruzia, che hanno donato alla Chiesa cosentina testimoni di santità.
In tanti i fedeli acresi a seguire il Beato Angelo, che in pellegrinaggio si è recato al santuario francescano di Paola. Instancabile il coinvolgimento di fede trasmessa da Padre Pietro Amendola, rettore della basilica del Beato Angelo, che in questi anni ha più volte oltrepassato anche i confini regionali in pellegrinaggi che restano ormai nella storia della comunità acrese. Lo è stato anche quello di alcuni giorni fa sul Tirreno, la statua del Beato ed una reliquia portati al santuario di San Francesco di Paola, un pellegrinaggio legato all’anno giubilare ricco di tanta fede. Infatti, il Beato Angelo ben conosceva l’insegnamento del taumaturgo San Francesco, più volte si era recato in quei luoghi che ancora oggi a distanza di 600 anni, parlano ai visitatori in cerca di concentrazione, di riflessione e di spiritualità. Molti pullman per trecento persone, che hanno seguito la statua del Beato Angelo, che dopo Cetraro di qualche mese fa, è stata portata anche a Paola, dove i frati l’hanno accolta e con la preghiera tutti assieme hanno percorso l’itinerario di fede, soffermandosi a seguire la solenne cerimonia religiosa, visitare la cella di San Francesco e portarsi sino alla casa natia del santo patrono della Calabria nel centro storico di Paola. Una di quelle esperienze che non si dimenticano, perché vissute con amore e gioia, perché in essa è stato riscoperto il dono della misericordia. Ad ascoltare chi ha vissuto questa giornata, intensa ed emozionante, si coglie il sorriso sincero dell’anima che si riempie delle gesta dei santi, perché nel loro umile e servizievole comportamento, hanno tracciato un solco, hanno segnato una via, per chi non vuole bendarsi e ne segue l’immensa luce che porta a Dio. Nei racconti delle famiglie al seguito di questo pellegrinaggio, la felicità di aver vissuto pienamente il raggiungimento di grande fraternità. La spiritualità dei luoghi in cui hanno vissuto i santi portano alla contemplazione, a ritrovare se stessi, a capire meglio le gioie e superare il dolore. Calabria, terra di santi e beati, non ultimo Francesco Maria Greco, come è stato ricordato nel descrivere Acri cittadina con radici profonde di fede e carità. Padre Pietro è la guida di un gruppo di devoti, che seguono il cammino dell’incontro con Dio, che avviene ogni giorno, ogni momento in cui forti della propria fede si vivono momenti unici. Una guida cappuccina che porta a conoscere l’immenso patrimonio che alte figure, come San Francesco e il Beato Angelo, sono riuscite a tramandare senza mai fine nel tempo. “I santi camminano in mezzo a noi” - si è detto - aiutando a vivere il giubileo della misericordia con l’attraversamento della porta santa, con la devozione a San Francesco, come avviene ad Acri con la chiesa un tempo convento dei padri Minimi, ricordando che l’immagine del Beato Francesco Maria Greco a Paola, testimonia come anche il nuovo beato faceva parte della famiglia dei Minimi, che nella chiesa di San Francesco ad Acri ha fondato l’ordine delle “Piccole Operaie dei Sacri Cuori”. Una giornata segnata dalla santità delle due comunità Paola ed Acri.
Ermanno Arcuri
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