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L'Emporio solidale, un'altra piccola goccia nell'oceano della solidarietà diocesana

L'Arceviscovo, nel corso della presentazione, ha evidenziato le diverse opere - segno a favore degli ultimi della società portate avanti dalla Caritas diocesana. Da Casa Nostra al Centro di ascolto, passando per il servizio ai detenuti e all'accoglienza in strutture.

L'Emporio solidale, un'altra piccola goccia nell'oceano della solidarietà diocesana

“Una piccola goccia che serve a fare l’oceano”. Le parole di monsignor Francesco Nolè descrivono l’attenzione della Chiesa diocesana verso gli ultimi, i poveri della società. Sono tante le iniziative in piedi, alle quali ora va ad aggiungersi l’esperienza dell’Emporio della solidarietà. Un percorso di vicinanza e sostegno a 360° che il direttore della Caritas diocesana, don Bruno Di Domenico, traccia proprio presentando l’Emporio. “Questa realtà all’interno dell’Episcopio fa il paio con quella che abbiamo proprio qui dietro, Casa Nostra. Quella si rivolge prevalentemente ai senza fissa dimora del nostro territorio, a coloro che vivono per strada o in case di fortuna, questo è un negozio solidale”. Casa Nostra come apripista visibile di un’idea di Chiesa dell’unità e della prossimità, “grazie a tanti volontari che provengono dalle diverse realtà di associazioni e movimenti”. Dal Cafarone a Carolei, don Di Domenico ricorda l’altro impegno della Caritas. Lì, dov’erano le Suore Minime della Passione, “c’è una struttura dove attualmente sono ospitati trenta richiedenti asilo, giovani che ora formano una comunità viva e attiva, che cercano di interagire con il territorio”. In Italia per disparati motivi, da quelli bellici e umanitari alla ricerca del lavoro, incontrano ancora il volto dei volontari che danno loro sostegno. È la casa, una delle urgenze dei senza fissa dimora della città. Una realtà che porta don Di Domenico a descrivere i tre appartamenti di Vico Clausi, a due passi dalla chiesa Cattedrale, “ristrutturati dalla diocesi e posti a disposizione temporaneamente delle famiglie che non hanno la possibilità di avere una casa”. Poi c’è l’attività dell’Unità di Strada che, “grazie anche all’opera di tanti volontari e parrocchie dell’area urbana fa servizio di sera, con il pullmino della Caritas, andando incontro a diverse persone che vivono sotto i ponti, nella difficoltà, condividendo con loro un tè caldo, un dolce, una bevanda, ma soprattutto un sorriso, una stretta di mano, un incoraggiamento”. Il direttore della Caritas evidenzia come questo sia “un piccolo sostegno a chi sceglie di fare un percorso di riabilitazione per uscire dalla strada. Molti la scelgono, altri la subiscono, e sono quelli che spesso chiedono di venirne fuori”. È di questi giorni invece l’impegno della Caritas per lenire l’emergenza freddo. “Casa Nostra ha aperto non solo fino alle 14, ma fino alla sera, accogliendo anche sette persone, secondo quelli che sono gli spazi, grazie “ai volontari e insieme alle suore, che svolgono un’opera straordinaria, accogliendo i fratelli in difficoltà. Tante dunque le opere, completate dall’attenzione della Caritas verso i detenuti “che hanno scontato la pena e vorrebbero compiere un percorso di riabilitazione”, e dal Centro di ascolto diocesano dove, “in collaborazione con la Caritas parrocchiali, cerchiamo di realizzare interventi di aiuto al reddito familiare per persone che hanno esigenze particolari, contribuendo al pagamento delle bollette o delle spese mediche e di viaggio. Sono realtà ben conosciute, perché realizzate dapprima nelle Caritas parrocchiali”. La certezza, però, è una: “noi non risolviamo i problemi di nessuno, non abbiamo la capacità di dare risposte risolutive, vogliamo dare un segno, una vicinanza della Chiesa”.

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