Mons. Nolè a Laurignano: Maria scioglie i nodi ma incatena il male
Celebrazione della festa della Madonna della Catena nella domenica in albis. La concelebrazione di mons. Leonardo Bonanno, Vescovo di San Marco Argentano - Scalea. Da parte di mons. Nolè una riflessione sulla famiglia.
“Maria scioglie i nodi, le catene, ma incatena il male”. Mentre monsignor Francesco Nolè pronuncia queste parole, il simulacro della Madonna della Catena è proprio al suo fianco. In questi giorni, Laurignano è stato un piccolo centro spirituale e oggi, nella festa della Madonna nella domenica in albis, si è rinnovato il pellegrinaggio dei cosentini. Il presule bruzio ha presieduto la Santa Messa, concelebrata da monsignor Leonardo Bonanno, Vescovo di San Marco Argentano – Scalea, che invece, al termine della funzione, ha guidato la tradizionale supplica alla Vergine. Un pellegrinaggio costante quello che il Santuario – basilica ha fatto registrare nella seconda domenica di Pasqua. San Tommaso vuole vedere per credere, racconta il Vangelo. E il Signore gli viene incontro. È alla liturgia della Parola che s’indirizza il primo pensiero di mons. Nolè durante l’omelia: “è fedele colui che crede senza toccare, vedere, sperimentare. Noi però vogliamo vedere e il Signore ci accontenta, si è incarnato per questo”.
Tommaso, infatti, non era in famiglia quando Gesù apparve nella prima domenica di Pasqua. Ma, nella domenica detta “della divina misericordia”, mons. Nolè ricorda che “il Padre misericordioso è venuto, attraverso il Figlio, a salvare tutti. E non vuol perdere nessuno, neppure Tommaso. Lo aspetta, gli dona la pace e fa gli stessi gesti del giorno di Pasqua. La pacificazione di Cristo consiste nella pace nostra con Dio e i fratelli”. Una pace che rinnova, ristora, rigenera, perché “la misericordia non solo ci perdona, ma ci rende creature nuove, capaci di iniziare una vita nuova. Ci cambia la vita”. L’evento della risurrezione del Cristo aveva rinnovato tutta la vita dei suoi discepoli. Erano assidui, tanto nell’insegnamento, quanto nella comunione; tanto nella frazione del pane quanto nella preghiera. “Erano una famiglia”, parafrasando l’Arcivescovo. Da qui gli inviti, accorati. “Siamo chiamati a crescere nella fede, in obbedienza alla Chiesa, per crescere nelle comprensione della verità”.
Il pensiero al catechismo e l’esortazione ai genitori. “La catechesi è continua, non solo per i Sacramenti. Voi portate i figli al catechismo solo per un’ora, invece voi li vedete sempre. Imparate loro le prime preghiere, almeno il Padre Nostro, che è la preghiera dei figli”. Eccola, la ricetta. “Essere fratelli, vivere da fratelli, mettere in comunione la propria vita con gli altri. E il luogo appropriato è la famiglia”. Ma – qui la domanda- “oggi la famiglia vive la comunione? Dobbiamo riappropriarci del Sacramento del matrimonio, che è la presenza di Dio Trinità in mezzo a noi”. La comunanza, anche nella preghiera in famiglia, è l’Eucarestia. “La comunione sacramentale non è un obbligo, è una necessità” – la certezza di mons. Nolè. Come quella di andare dalla Mamma.
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