Mons. Nolè alle Aggregazioni laicali: saper leggere i segni dei tempi
Videoincontro con i membri del Cdal in occasione del Santo Natale.
Nel corso di un videoincontro con la segreteria della Cdal per organizzare la tradizionale serata pre-natalizia di auguri al padre arcivescovo ed a tutti i componenti dei gruppi laicali, lo stesso mons. Nolè è intervenuto ed ha svolto una breve riflessione.
«In questo periodo storico così travagliato, con l’Umanità intera coinvolta nel bene e nel male (male l‘epidemia, bene la solidarietà) lo Spirito Santo deve guidarci in un cammino avvincente; dobbiamo saper leggere i segni dei tempi. Gesù disse di vegliare perché non sappiamo l’ora ma badate, non solo “l’ora finale dell’esistenza” bensì anche quella della Sua presenza. Gesù ci vuol attivi, infatti ciascuno di noi – laici e clero - ha avuto “un incontro” nella vita. Ha avuto il suo compito, il suo “talento”, il suo impegno di servizio, carità e solidarietà. È questo il messaggio a voi laici e di cui farsi carico nei gruppi, nei mvimenti, nell’associazionismo. Coniugare la fantasia della carità, il “miracolo” della carità quotidiana, rammentiamoci (anche noi clero) che pregare non è “dire preghiere e basta”; prendiamo esempio da s. Fancesco di Assisi “uomo fatto preghiera”. Questo dovrebbe essere il tempo della speranza, dell’apertura alla vita, alla gioia personale e familiare – visualizzata, incarnata, nella santa Famiglia nel Presepe - però purtroppo non possiamo non meditare su Nostro Signore Gesù che lascia sulla terra un’impronta di sofferenza; pensiamo a chi soffre di solitudine nel pensiero non solo nel corpo; chi torna da terapie intensive antivirus parla di “viaggio all’inferno”. Tutti i malati, i sofferenti, i dimenticati (dagli uomini) non lo sono per Nostro Signore, sono preziosi a Dio con l’intercessione della Madre celeste. E i segni, piccoli, preziosi ci sono anche qui: già ben 38 giovani hanno risposto all’invito per i “volontari di strada” e farannoil corso con don Alessandro; a Casa Nostra si offrono 80-85 pasti al giorno (erano 40 prima dell’epidemia). Ovunque ci sono problemi ma la storia ci dimostra che i cristiani “si sono sempre rimboccati le maniche” con la certezza della resurrezione dopo la crocifissione».
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