Mons. Nolé: recuperiamo la via del silenzio
In Cattedrale celebrata la Messa nella solennità del Corpus Domini. Poi la processione eucaristica per le vie della città.
Celebrata nel pomeriggio di ieri in Cattedrale la solennità del Corpus Domini, che chiude il ciclo delle festività proprie del periodo che segue la Pasqua, in cui si celebra il mistero dell'Eucaristia istituita da Gesù Cristo nell’Ultima Cena. A presiedere la Santa Messa l’Arcivescovo mons. Francesco Nolè, che ha preparato già durante l’omelia il cuore dei fedeli alla partecipazione della processione eucaristica, seguita al termine della liturgia: «Durante la processione dobbiamo dare il buon esempio, pregando in silenzio e mettendoci in comunione con Cristo, avendo i suoi stessi sentimenti, i suoi stessi pensieri, i suoi stessi gesti di donazione totale. Il Signore infatti “ha fatto camminare il suo popolo nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti”. Chiunque ama mette alla prova e il Signore ci mette alla prova perché ci vuole bene e ci ama così come i genitori mettono alla prova i figli. Chiedere sempre di più ai figli significa però anche dare di più. Quando ci viene proposta una prova è il Signore che ci sta purificando e preparando per dare quel grande ‘sì’ che abbiamo nei nostri pensieri. L’uomo non vive soltanto di pane, ma vive di quanto esce dalla bocca del Signore, che è Parola di salvezza e di conversione e di perdono. Di che cosa infatti ci nutriamo? Solo di pane materiale o sostanze materiali o ancora solo di tutto ciò che ci propone il mondo, la strada o i mezzi di comunicazione? È necessario nutrirci della Parola di Dio che ci farà coerenti con il nostro credo, permettendoci di portare consolazione, perdono e amore nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità». Al termine della liturgia, è stato predisposto il baldacchino che ha portato Cristo nelle vie della città dalla Cattedrale sino in Piazza Loreto. I fedeli tutti e il clero hanno pregato assieme con canti e letture per tutta la durata del percorso in cui il Padre Arcivescovo Nolè ha ricordato le famiglie e soprattutto ai giovani, che non devono essere lasciati mai soli nelle notti della vita. Un pensiero particolare dell'Arcivescovo è stato rivolto, al passaggio dalle strade vicine all’Annunziata, ai malati e a quanti li assistono a e tutti gli operatori della sanità che lavorano, anche nei giorni di festa in questi luoghi di sofferenza, per portare sollievo. Giunti in Piazza Loreto, all’esterno della Chiesa, è stato allestito l’altare per l’Ostensorio portato in processione e l’ambone da cui Nolè ha pronunciato la sua riflessione finale: «Il silenzio che si è creato durante la processione mi ha commosso ed ho pensato che il Signore ci ha accarezzato per tutto il cammino. Cristo è presente in mezzo a noi e vuole che noi lo riconosciamo in questi momenti d'intimità. Creare il silenzio significa fare entrare Cristo nelle nostre vite senza fare ‘chiasso’: e se è Lui che ci accarezza, allora, non rifiuteremo il suo invito e la sua sarà una carezza di perdono, di misericordia e di incoraggiamento. A volte, può sembrare uno ‘schiaffo’: ma lo fa per insegnarci qualcosa. Cerchiamo anche noi di non portare ‘chiasso’ nella vita degli altri criticando, dando giudizi che condannano le persone. Cerchiamo di vedere il viso del Signore nell’altro. Se vogliamo conoscerlo, infine, dobbiamo avvicinarci a Maria. Come ogni madre conosce il proprio figlio, così Maria che è Madre di Dio conosce Cristo: solo Lei può portarci a questo colloquio d’intimità con il Figlio. La sera in cui fu tradito, ricordiamolo, Cristo ci ha amato di più e ci ha lasciato l’Eucarestia per rimanere con noi per sempre: chi si nutre di Cristo, del suo corpo e del suo sangue vivrà in eterno». Conclude Nolè: «Cristo è la nostra vitamina: soprattutto quando ci sentiamo deboli, nutriamoci di lui almeno una volta alla settimana» e la nostra vita solo in questo modo sarà rinnovata dall’amore.
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