Piccoli e santi sul modello di Antonio
La celebrazione di mons. Nolè ad Amantea
La parrocchia francescana di Amantea ha celebrato Sant’Antonio di Padova. La santa Messa, nel giorno della festa, è stata presieduta da monsignor Francesco Nolè, arcivescovo di Cosenza - Bisignano. A concelebrare di tutti i frati della comunità di San Bernardino, il parroco della parrocchia san Biagio v .m. nonché guardiano del convento di san Bernardino, padre Ilario Scali che ha festeggiato i suoi 45 anni di sacerdote, padre Pio Marotti, padre Lorenzo Mondoka Durante l’omelia, il ricordo di Antonio da Padova da parte del Pastore bruzio. “Davanti al Signore quello che conta non è la grandezza fisica o intellettuale, ma il cuore, una piccola parte del nostro corpo ma quella che fa muovere tutto, il motore della nostra vita”.
Così è stato per Sant’Antonio, piccolo e giovane, ma tanto grande dinanzi al Signore. Questa è la stessa parabola del “regno di Dio”, che può essere paragonato a un seme che va sotto terra. Proprio qui lavora il Signore da ciò che non si vede, “dal piccolo e dal poco”.
Proprio guardando all’esempio di Sant’Antonio, mons. Nolè ha evidenziato come “Dio ha deciso per lui che dovesse diventare martire non donando il sangue, ma giorno per giorno, come fanno la mamma e il papà tutti i giorni in una famiglia”. Anche passando per la prova e la sofferenza.
Il presule bruzio ha ricordato come Sant’Antonio fu un insigne predicatore della Scrittura, di cui era dotto interprete, nonché uomo di preghiera. A tal proposito, mons. Nolè ha ricordato l’incontro tra San Francesco e Sant’Antonio, di cui ricorrono gli 800 anni. “Colui che conteneva tutta la parola di Dio”, la vocazione di Antonio.
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