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La voce delle monache di clausura di Paola, Rende e Scigliano

La vita claustrale è una "giornata" di speranza

Il 21 novembre la Chiesa accompagna con la preghiera le religiose e i religiosi che vivono nel silenzio dei monasteri

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Pro orantibus

Dal 1955 ogni 21 Novembre, giorno in cui ricorre la memoria liturgica della presentazione della Beata Vergine Maria, la Chiesa celebra la Giornata per la vita contemplativa, conosciuta anche come Giornata “Pro Orantibus” per sostenere le religiose e i religiosi di tutto il mondo che vivono in preghiera. Per parlare del senso profondo di questa giornata e di come è stata vissuta nei diversi monasteri di clausura della nostra diocesi abbiamo sentito alcune delle religiose che hanno fatto della contemplazione la loro missione.

Madre Maria degli Angeli, del Monastero delle Monache Minime di Paola.
Sapere che tanti fratelli e tante sorelle hanno colto il messaggio che la nostra scelta vocazionale vuole trasmettere alla Chiesa, cioè che Dio è l’unico bene, vero e assoluto per l’uomo, è importante e imprescindibile per chiunque voglia vivere pienamente il significato della propria umanità. Essere consapevoli che nonostante il silenzio e un certo distacco che la vita contemplativa esige, i fratelli sanno apprezzare la nostra vita distaccata che non significa dimenticanza dei problemi e delle sofferenze che assillano la vita quotidiana, ma al contrario, farsi carico di tutto ciò attraverso la preghiera per portarlo ogni giorno alla presenza del Signore. In questa giornata il sostegno di tutti i fedeli ci conforta perché crediamo fermamente nel significato e nella validità che la supplica davanti a Dio ha. Noi abbiamo bisogno di essere sostenute anche spiritualmente perché non è una vocazione facile. Nessuna vocazione lo è. Ci sentiamo sorrette spiritualmente dai tanti fratelli che si sono avvicinate al nostro monastero per condividere la nostra solitudine contemplativa in questa giornata vivendo insieme a loro l’Eucarestia.

Monastero di Rende.
La Chiesa ha un particolare ricordo per i religiosi e le religiose di vita claustrale il 21 novembre, nel giorno in cui si fa memoria della presentazione al tempio della Vergine Maria, perché sul suo esempio questi membri del Corpo di Cristo offrono la loro vita totalmente a Dio, “unico bene sommamente amato” e per amore dei fratelli in una preghiera che è fatta di parole, gesti, vita concreta.
Il Signore, nella sua infinita misericordia, ha disposto che nel mondo ci siano continuamente fiaccole accese, che ricordano la Sua presenza costante accanto all’uomo che nel quotidiano combatte, vive, affronta problemi e sofferenze di ogni genere. Questa possiamo chiamarla “la giornata della speranza”, poiché ricordarsi che Dio si ricorda di noi continuamente, attraverso uomini e donne che consegnando se stessi totalmente al Padre hanno a cuore il bene di ogni uomo sulla terra, incoraggia e sostiene nel cammino della vita. Ringraziamo quanti in questo giorno si sono ricordati di noi, in particolare nella preghiera, e coloro che in rappresentanza della Diocesi hanno celebrato con noi l’Eucaristia, don Mario Corraro, don Pasquale Traulo, sr. Maria Soamiteza, presidente dell’USMI, con alcune religiose e altri fedeli vicini alla nostra comunità. Non dimentichiamo che quanti vivono nella vita claustrale uomini e donne come gli altri hanno bisogno anch’essi del sostegno della preghiera.

Monastero di Scigliano.

Quante meraviglie hai fatto tu, Signore, mio Dio, quanti progetti in nostro favore… Se li voglio annunciare e proclamare, sono troppi per essere contati. Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto… Allora ho detto: “Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo”. (Sl 39, 6-8). Le parole di questo salmo risuonano oggi per noi, sorelle di vita contemplativa,  in modo del tutto speciale, raggiungendo la verità intima del nostro essere consacrate a Dio. Parole che, esprimendo la missione del Figlio nel suo dialogo ininterrotto con il Padre, ci svelano anche la profondità del mistero che avvolge Maria, sua madre e ancella. Come ci dice S. Agostino, Maria è beata, anzitutto, perché ha ascoltato la Parola di Dio e l’ha osservata. L’accoglienza del Figlio di Dio nella sua carne umana nasce, perciò, dall’ascolto alla quale la Vergine di Nazareth si è consacrata. E la Parola divina, ascoltata e vissuta,  opera meraviglie, quelle che ella stessa ha cantato magnificando il suo Signore. Così, sulla sua scia, noi tutte, pur sperimentando il limite della nostra debolezza umana, ci siamo consacrate all’ascolto di Lui, “la cui bellezza ammirano le beate schiere dei cieli, il cui affetto appassiona, la cui contemplazione ristora, la cui soavità ricolma, il cui ricordo risplende soavemente” (S. Chiara), presentando e offrendo la nostra vita “come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio” (Rm 12,1). Rendiamo grazie al Signore che nel suo Spirito arricchisce la Chiesa dei suoi multiformi doni, e, in comunione con tutte le comunità di sorelle che, ognuna secondo il carisma della propria famiglia religiosa, seguono lo Sposo in una vita interamente dedita alla preghiera, celebriamo con gioia la festa di questo giorno: veneriamo Maria, facendo memoria affettuosa e orante della sua presentazione al Tempio e stringendoci, fiduciose, alla sua materna protezione.

Per mettersi in contatto con i tre monasteri della nostra diocesi:
- Monastero Gesù - Maria Minime di Paola: 0982.611505
- Monastero Clarisse di Rende: 389.8828341
-Monastero Clarisse di Scigliano: 0984.966029

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