Una storia che si fa profezia: l'assemblea nazionale di AC raccontata dai cosentini
L’impegno è quello di camminare al passo con ogni persona che incontriamo nelle nostre città: siamo chiamati a condividere con ciascuno la bella storia in cui abbiamo incontrato Gesù.
“Ecco, io faccio nuove tutte le cose!” …sono queste parole del libro dell’Apocalisse che hanno guidato il lavoro dei quasi mille partecipanti alla XVI Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana. Sono stati tre giorni di intenso lavoro e discernimento segnati in maniera particolare dall’incontro con Papa Francesco che domenica 30 aprile ha aperto i festeggiamenti per i 150 anni dell’Associazione (ri)affidandoci un mandato missionario che è il tratto distintivo della popolarità dell’AC: “Vi incoraggio a continuare ad essere un popolo di discepoli-missionari che vivono e testimoniano la gioia di sapere che il Signore ci ama di un amore infinito, e che insieme a Lui amano profondamente la storia in cui abitiamo.”
L’Assemblea nazionale è un vero e proprio esercizio di discernimento comunitario: le associazioni parrocchiali e diocesane si sono preparate a questo momento con una lunga riflessione – la cui traccia è stata studiata ed approfondita nelle rispettive assemblee – cercando di mettersi in ascolto dei segni dei tempi anche sotto la guida dell’Evangelii gaudium. L’esercizio continua poi nei giorni di lavoro assembleare attraverso il lavoro di emendazione di un documento assembleare che scandisce il cammino di tutta l’associazione per il prossimo triennio.
Il mandato del Papa ha trovato eco nei lavori assembleari che hanno provato a declinare un’AC al passo dell’Evangelii Gaudium: sappiamo bene che non siamo noi, ma è il Signore che fa nuove tutte le cose, ma – dice il Presidente nazionale Matteo Trufelli – “a noi la novità è donata e affidata. A noi è chiesto di lasciarci permeare dalla novità per fare nuova la nostra vita e concorrere così a fare nuova la vita del mondo. Di metterci in ascolto della novità che fermenta il nostro tempo per cercare di comprendere, insieme, come stare dentro di esso da discepoli-missionari, accogliendo il dono della fede che rinnova e trasforma la vita e facendoci compagni di strada di tutti coloro che camminano accanto a noi nel mondo.”
L’impegno è quello di camminare al passo con ogni persona che incontriamo nelle nostre città: siamo chiamati a condividere con ciascuno la bella storia in cui abbiamo incontrato Gesù. Non si tratta di fare cose nuove, è lo sguardo che deve essere rinnovato. Vogliamo infatti guardare ad ogni fratello come un tesoro da scoprire il riflesso del volto di Dio. Il passo per questo cammino è sicuramente quello della parrocchia che – come ci ha ricordato Francesco – è il posto “dove la Chiesa abita in mezzo alle persone”.
Per chi ha partecipato ai lavori dell’Assemblea, o per chi li ha anche soltanto seguiti da casa, sono stati sicuramente dei giorni di grazia che motivano fortemente ad un impegno lieto e coraggioso: la lunga storia dell’AC, più antica e maggiore tra le aggregazioni ecclesiali, ci affida la responsabilità di gettare il seme buono del Vangelo, con lo stile dei laici, per seminare speranza nelle storie degli uomini di oggi. I 150 anni di storia che vogliamo festeggiare diventano quindi profezia di speranza per tutte le nostre comunità che continuiamo a scegliere, giorno dopo giorno, come lo spazio ordinario in cui accogliere le persone, stringere legami, condividere storie di fede.
Il lavoro di studio, preghiera e riflessione di questi giorni viene affidato ora al nuovo consiglio nazionale eletto in Assemblea in cui trovano posto anche alcune ‘facce conosciute’: infatti sono stati eletti in consiglio nazionale Nicola De Santis, della parrocchia di s. Aniello, per il Settore adulti, e Luisa Alfarano, della diocesi di Locri-Gerace ma ‘di casa’ nella parrocchia di san Carlo Borromeo a Rende, per il settore giovani. A questi due amici e a tutto il consiglio nazionale va il nostro augurio di buon lavoro con l’impegno a sostenere il loro lavoro con tanta preghiera e amicizia.
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