Genio femminile e spiritualità
Il desiderio di papa Francesco di averle in ruoli chiave nella Chiesa è una vera e propria scommessa
Se l’identikit della catechista del Terzo millennio è quello di una donna colta, età media, di spiritualità ed empatia, è anche vero che sono gli elementi comuni di quel genio femminile che alimenta la spiritualità delle donne delle nostre comunità parrocchiale.
Forse osservando bene potremmo cogliere anche lo spazio della famiglia come la palestra nella quale queste spose, madri e compagne di strada sanno donarsi, senza misura, con quella passione generativa, che tesse relazione, costruisce ponti.
Giovanni XXIII, nella Pacem in terris, parlava dell’ingresso delle donne vita pubblica come ormai urgente per esercitare quella vocazione che le è propria.
Paolo VI parlava dell’Ora delle donne, riservata a quel genio che Giovanni Paolo II ha indicato come paradigma che compenetra in se tenerezza e forza, fedeltà e coraggio, stabilità e impegno duraturo. Schiere di donne si sono occupate dell’educazione delle future generazione, compito quanto mai gravoso nelle comunità umana e cristiana, che non lede i diritti ma ne eleva il ruolo.
Il desiderio di papa Francesco di averle in ruoli chiave nella Chiesa è una vera e propria scommessa: non per retorica, non per femminismo, ma coscienti che i contributi che uomini e donne possono, devono dare alla società, sono completi se fatti insieme.
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