SUL NUMERO DI PAROLA DI VITA DI QUESTA SETTIMANA APPROFONDIMENTI. SUL NOSTRO SITO SONO SCARICABILI I RECENTI INTERVENTI DEI VESCOVI CALABRESI SULLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA
L'editoriale del direttore - C'é silenzio connivente e silenzio fecondo
Educare in Calabria è vera antimafia.
Il procuratore Roberti ha accusato di "silenzi" conniventi la Chiesa. Ma la Chiesa calabrese questa volta non c'è stata a queste accuse ed ha "parlato". Dopo un lungo itinerario di impegno e di purifi cazione per arginare la cultura mafiosa con l'educazione, la solidarietà e i forti inviti alla conversione. I Vescovi non ci sono stati all'ennesima accusa e hanno espresso in una nota (che riportamo intergralmente a pagina 7) amarezza per critiche che sono davvero "ingenerose" nei confronti di chi (uomini e donne della Chiesa) lotta ogni giorno. C'è infatti silenzio e silenzio. C'è quello connivente e quello fecondo. Per il primo i Vescovi hanno chiesto pubblicamente scusa, non sembra l'abbiano fatto altre istituzioni o la politica. C'è poi il silenzioso lavorio sulle coscienze, soprattutto nei luoghi più sperduti di queste terre del Sud, dove preti e laici, associazioni e movimenti, strutture di carità, fanno diga e fanno breccia soprattutto dove a restare tante volte è solo un prete (che sia un po' frà Cristoforo e un po' don Abbondio). Ci sono luoghi e situazioni dove lo Stato non è arrivato o dove ha mollato per spending review, ma c'è tanta Chiesa, tanti membri del popolo di Dio che combattono una battaglia impari seminando con grande passione amore dove c'è chi semina odio, pace fra chi semina violenza, accende luci di speranza dove c'è tante volte la tentazione della disperazione. Questa è la silenziosa Chiesa, non è quella rappresentata dai ritardi. É questa Chiesa che ogni settimana raccontiamo anche dalle pagine di questo giornale, andando a scovare (anche fra tante resistenze di chi si schernisce perchè non vuole apparire) storie di bene e tanta voglia di trasformare la bella ed amara terra di Calabria. Vorremmo invitare il procuratore Franco Roberti a visitare le parrocchie dei paesini, le opere avviate dalle Caritas diocesane e i progetti attivati "per tenere libera la gente" dalla corda al collo del mafioso o del boss di turno. I tentativi di incoraggiare le microimprese, gocce in un mare di disoccupazione o a scongiurare il ricorso all'usuraio con un piccolo aiuto Caritas. Venga a visitare queste periferie esistenziali dove anche al prete che avvia un cantiere per una Chiesa la criminalità prova a mettere la bomba al cancello.
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