Nel 2022 la cattedrale bruzia compirà 800 anni
Compleanno con restauro per il Duomo
Il professore Mauro La Russa spiega gli interventi di diagnostica del degrado condotti sull’edificio
«Proprio oggi (giovedì ndr) il nostro team di ricerca salirà per la prima volta sulla parte alta della facciata del Duomo con un cestello affittato per l’occasione e completerà le attività di campionamento in programma. In seguito noi ricercatori condurremo analisi di diagnostica del degrado e penseremo a come bisognerà muoversi per programmare le attività di restauro». Mauro La Russa, professore di petrografia applicata ai beni culturali presso il dipartimento DiBest dell’Università della Calabria, è entusiasta di raccontare il progetto che darà nuovo lustro alla cattedrale di Cosenza, grazie a un massiccio intervento di “make-up” storico-artistico che ripulirà l’edificio dai segni del tempo. L’iniziativa vedrà un’azione congiunta di Università della Calabria e Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cosenza, suggellata da una convenzione stipulata dai due enti. «Abbiamo siglato questo accordo di collaborazione per contrastare l’emergenza sul territorio per quanto riguarda la condizione in cui versano i nostri beni culturali», spiega La Russa. E aggiunge: «Considerato che nel 2022 il Duomo di Cosenza compirà 800 anni, urgono azioni di ammodernamento sismico sulla struttura. La Soprintendenza rappresenta la nostra anamnesi: conserva tutte le informazioni sulla cattedrale non solo di natura storica, ma anche per quanto riguarda i vari rimaneggiamenti subìti. Grazie al loro lavoro, noi possiamo risalire alla miglior cura da adottare per contrastare il degrado. Tra noi e loro esiste un continuo interscambio storico-artistico e architettonico». Nello specifico, il “noi” in questione vede coinvolti professionisti con un ampio ventaglio di competenze. «Il team si avvale della collaborazione del professore Marco Ricci, che si occupa di termografia presso l’Università della Calabria, dell’azienda STArt-Test, rappresentata dal dottore Salvatore Schiavone e dalla dottoressa Maria Alberghina e che si dedicherà alla diagnostica su pigmenti e pitture murali, e da una delegazione DiBest composta dalle ricercatrici Luciana Randazzo, Michela Ricca e dal dottorando Antonio Donato».
Ma in che stato si presenta attualmente la chiesa simbolo di Cosenza? «Interverremo – racconta il professore – con una serie di analisi diagnostiche per valutare quali sono le problematiche a livello di conservazione. Innanzitutto vedremo se sulla facciata del Duomo ci sono vie preferenziali di infiltrazioni d’acqua, perché già soltanto dalla fase di osservazione preliminare abbiamo notato che in alto a sinistra ci sono forti problemi di disgregazione del materiale impiegato per realizzare la struttura, ossia il calcare locale di Mendicino, ampiamente utilizzato nell’edilizia storica cosentina dalle vecchie maestranze perché facile da lavorare. Probabilmente il fenomeno è dovuto all’impatto di sali solubili sulla facciata. Inoltre, sempre sulla facciata del Duomo si vedono croste nere, formatesi per effetto dell’inquinamento da traffico veicolare. Infine, all’esterno l’edificio presenta anche episodi di degrado di natura biologica». All’interno della cattedrale non ci si trova davanti a uno scenario migliore: «Stiamo studiando – prosegue La Russa – le pitture murali ubicate soprattutto sulla navata destra. Osservando le opere nel dettaglio, abbiamo notato che ci sono figure visibili, ma anche personaggi irriconoscibili dopo i numerosi rimaneggiamenti».
Ultimato il campionamento, inizierà la fase laboratoriale, al termine della quale sarà possibile diagnosticare e curare il degrado: «Studieremo in laboratorio il materiale di cava per capire quale prodotto – o consolidante o protettivo – si potrà suggerire alla ditta che appalterà i lavori di restauro, lavori che la Soprintendenza ha già annunciato di voler portare avanti al più presto», spiega il professore La Russa. E conclude: «Condurremo analisi al microscopio di tipo petrografico, in cromatografia ionica per studiare i sali solubili e con metodologia XRD per saperne di più sulla componente mineralogica e per evidenziare le maggiori forme di degrado sulla facciata».
I restauri a cura dell’Università della Calabria
La cattedrale di Cosenza, fulcro del centro storico cittadino, sta ammodernando il suo look grazie alle attività di restauro promosse in sinergia dall’Ufficio dei Beni Ecclesiastici della Curia Arcivescovile della Diocesi di Cosenza-Bisignano, dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Cosenza e dall’Università della Calabria. La collaborazione, nata sin dal 2016, vede coinvolti gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali che, sotto la guida di docenti-restauratori esperti, svolgono le attività di cantiere didattico all’interno della Cattedrale. Il primo intervento di restauro ha interessato due dipinti murali, situati nel corridoio costruito nel 1826 per mettere in collegamento la chiesa e l’arcivescovato, raffiguranti rispettivamente una croce inserita in un paesaggio simbolico e la figura del vescovo Domenico Enarni Mancinelli. Le opere si presentavano in cattivo stato di conservazione prima dell’intervento, ma, grazie alle operazioni di pulitura, è stato possibile riportare in luce i colori che non erano più visibili. Tuttavia, a suscitare il maggiore apprezzamento da parte dei fedeli sono state le attività realizzate all’interno della cappella cinquecentesca posta nella navata sinistra del Duomo e dedicata alla Madonna del Pilerio, Santa Patrona della città di Cosenza. Il primo intervento effettuato è stato indirizzato al consolidamento e alla pulitura dei marmi policromi che decorano l’altare. Successivamente si è passati a restaurare le cornici in stucco. Attualmente, gli studenti del corso di laurea stanno eseguendo il restauro dell’urna marmorea posta sul margine sinistro del catino absidale della cappella. L’urna, che inizialmente conteneva le reliquie delle sante Urbicina e Secondina, venne dismessa quando le reliquie furono mandate a Roma e, dopo un iniziale utilizzo come mensa di servizio per la celebrazione eucaristica, venne collocata nella posizione attuale. Il trattamento di pulitura, stuccatura e trattamento protettivo consentirà di riportare il bene al suo originario splendore. Così, grazie all’opera di make-up, il Duomo si prepara a festeggiare nel 2022 un compleanno d’eccezione: i suoi 800 anni. (Donatella Barca, professoressa di petrografia presso l’Università della Calabria)
Cenni storici. La storia del Duomo di Cosenza
Il Duomo di Cosenza, principale luogo di culto cattolico in città, è patrimonio culturale UNESCO dal 12 ottobre 2011. Costruita nel tredicesimo secolo, la cattedrale sorge nello stesso sito di una chiesa più antica, distrutta da un terremoto nel 1184. La cerimonia di consacrazione risale al 1222, alla presenza dell’imperatore Federico II di Svevia che, per l’occasione, portò in dono la famosa Stauroteca.
Il Duomo presenta una facciata a salienti divisa in tre parti nello sviluppo trasversale della parte del basamento. Sui portali si trovano altrettanti rosoni, di cui due di media grandezza ai lati e un terzo, al centro, più grande. In cima spicca una croce in ferro.
La cattedrale è a croce latina, con un’aula suddivisa in tre navate di otto campate ciascuna, suddivise da due file di pilastri con capitelli scolpiti. La copertura a capriate trova eccezione soltanto nell’ultima campata della navata sinistra, caratterizzata da una volta a crociera. L’area presbiterale, i transetti e l’abside sono sopraelevati.
All’interno del Duomo ci sono due cappelle barocche, risalenti al sedicesimo e al diciassettesimo secolo, e due importanti mausolei: quello dedicato a Enrico VII di Germania, che illustra in un bassorilievo il mito della morte del giovane Meleagro, e quello in onore della regina di Francia, Isabella d’Aragona (Mic.Cur.)
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