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Perri: “Il mio Conservatorio che riparte dalle sinergie”

Il direttore ripercorre i cinquant’anni dell’istituto tra una stagione concertistica che ricomincia e un’attività didattica che non si è fermata

Perri: “Il mio Conservatorio che riparte dalle sinergie”
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«La mia idea di nuovo Conservatorio? Creare una grande rete musicale sul territorio. Non possiamo rimanere ancorati alle nostre quattro mura ma dobbiamo scendere nell’area urbana e nella provincia di Cosenza perché esiste un bacino d’utenza che richiede la nostra presenza. Nascerà una filiera sia didattica che artistica che coinvolgerà non soltanto i licei musicali, ma anche le associazioni che hanno un bagaglio culturale e di storia importante». Francesco Perri, direttore del Conservatorio Stanislao Giacomantonio di Cosenza da agosto 2020, sa di aver preso la guida di un’istituzione così prestigiosa in un momento delicato per tutta la comunità, ma ha accettato la sfida con umiltà, entusiasmo e infinita passione per il proprio lavoro. E per lui festeggiare il primo “mezzo secolo” di questa istituzione vuol dire soprattutto guardare al futuro, ai sogni che si possono realizzare e alle sinergie che si possono consolidare.
Cinquant’anni di Conservatorio Stanislao Giacomantonio: che cosa vuol dire avere la guida di questa istituzione in questo complicato periodo storico?
Abbiamo festeggiato il nostro cinquantesimo compleanno il 15 dicembre 2020, nel giorno in cui, mezzo secolo fa, iniziò la nostra attività didattica. Il coronavirus purtroppo ci ha costretto a continuare le lezioni con la didattica a distanza. A livello gestionale questo ha creato problemi a noi e ai nostri studenti, perché noi, come conservatorio, abbiamo bisogno di un rapporto carnale con lo strumento e di suonare anche insieme ad altri: ti assicuro che la musica da camera in DaD è un’impresa quasi impossibile da portare a termine. Sono abituato, però, a vedere il bicchiere mezzo pieno e credo che, nonostante il periodo complicato che stiamo vivendo, la rete ci abbia permesso di capire se è possibile interagire online per materie di natura teorica. Per quanto riguarda me come direttore, invece, in questi primi sei mesi di lavoro mi sono posto l’obiettivo di mettere ordine nell’attività didattica. Dal 2018, con la legge 382, i conservatori italiani non hanno più la visione in cui il ragazzo veniva inserito da bambino e portato alla fine dei propri studi, ma sono denominati “istituti di alta formazione musicale”, diventando università a tutti gli effetti e rilasciando di un diploma accademico di primo e di secondo livello. La mission di questa istituzione, adesso, è avere la parte finale dell’educazione formativa e didattica, il che significa creare una grande filiera che possa partire dalle scuole medie, attraversare il liceo musicale e arrivare al conservatorio.
In che modo il Conservatorio si è adattato alle nuove modalità di didattica?
Da novembre ho sempre insistito affinché, nel rispetto delle sensibilità altrui, la lezione frontale insegnante-allievo fosse garantita in presenza, sempre su base volontaria, ovviamente. Attualmente siamo al 75% di capienza per la didattica in Conservatorio. Oggi, a essere rimaste in DaD sono soltanto le lezioni teoriche con gruppi di studio superiori alle quindici unità.
Quali sono i prossimi eventi e le attività che vedranno coinvolto il Conservatorio?
Sempre sulla base della legge 382/2018, il Conservatorio non è più soltanto un ente di formazione, ma anche di produzione musicale. Da quindici giorni abbiamo avallato un piano di 44 concerti e 21 Master a livello europeo da completare nel 2021. Le attività si concentreranno da fine maggio in poi. Il 21 maggio abbiamo inaugurato la nostra stagione con un concerto di Matteo Venturini, organista nostro docente di fama internazionale, che si è esibito al Duomo di Cosenza. Poi, dal 28 al 30 maggio, il Conservatorio Stanislao Giacomantonio ospiterà il Premio Nazionale delle Arti. Si tratta di un concorso inter-conservatoriale, dedicato alla sezione percussioni, organizzato per la prima volta a Cosenza e che vedrà coinvolti studenti provenienti da tutta Italia. Inoltre, abbiamo varato un grosso piano per rinforzare la nostra orchestra e per renderla ancora più professionale e competitiva, siglando un patto di produzione inter-istituzionale con il Comune e con la Provincia per quanto riguarda le attività del Teatro Rendano, che sarà a disposizione per una serie di attività concertistiche a partire da giugno.
Qual è l’augurio per i tuoi studenti e per te come direttore del Conservatorio Giacomantonio?
Mi auguro che possiamo lavorare in maniera completa per le nostre attività prioritarie che possiamo creare un clima in cui non ci siano campanilismi tra conservatori. Bisogna creare una rete fondamentale per il territorio perché – e sarà questa la linea che caratterizzerà il mio mandato da direttore – la musica è essenzialmente economia.

La collaborazione tra Conservatorio e Cattedrale di Cosenza

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Chiesa Cattedrale di Cosenza e conservatorio di musica “Stanislao Giacomantonio”, un legame ormai consolidato. Ce ne parla don Pasquale Panaro, sacerdote della diocesi di Cosenza e organista. “Il conservatorio di Cosenza, è una grande realtà istituzionale musicale presente sul territorio regionale. Raccoglie tantissimi studenti e docenti provenienti da ogni parte dell’Italia e della nostra regione - spiega il giovane sacerdote -. È un polo culturale che in questi 50 anni di storia ha accresciuto sempre di più la sua fama e la sua influenza nella vita della nostra regione”. Don Panaro sottolinea che “anche grazie alla pertinenza della musica con l’ambiente liturgico, molte chiese della città e della diocesi hanno accolto numerose manifestazioni culturali fra cui concerti ed eventi di inaugurazione degli anni accademici, come è stato ad esempio per la Cattedrale”. Come evidenziato da don Panaro, “in modo particolare in questi anni si è stretta una profonda e radicata collaborazione tra il Conservatorio e la chiesa Cattedrale. Il  motivo principale è la costruzione del nuovo organo “Mascioni”, inaugurato nel 2005, frutto di studi e di dialoghi tra diversi enti istituzionali, fra cui la Cattedrale bruzia”. Attorno a questo grande strumento, “unico nel suo genere in tutto il Meridione”, la collaborazione si è sviluppata in maniera proficua. “Infatti Cattedrale e Conservatorio hanno stipulato una convenzione per la quale studenti e docenti del Conservatorio sono giornalmente ospitati in Cattedrale per lezioni, masterclass e concerti”. Ancora oggi questa collaborazione è ben consolidata, infatti proprio tra maggio e luglio è in corso una rassegna organistica, che vedrà la presenza dei maestri Emanuele Cardi (che si sta anche interessando del restauro dello strumento dopo il rifacimento dei lavori del presbiterio) e Matteo Venturini. Questi eventi sono organizzati da Cattedrale di Cosenza, Conservatorio, Ass. Mus. “Gioacchino Rossini” di Cosenza. Don Panaro evidenzia che “la collaborazione non è solo limitata all’organo ma la Cattedrale sta svolgendo diversi concerti coinvolgendo anche tantissimi musicisti”. Si avvicina, intanto, il 2022, ottocentesimo della consacrazione della Cattedrale bruzia. Anche per quella occasione sono previsti una serie di incontri e “saranno gli studenti e i maestri stessi a comporre delle nuove opere”. Una collaborazione incoraggiata dall’arcivescovo Nolè: “Anche a livello personale, il vecchio direttore Feroleto e l’attuale direttore Perri sono in profonda sinergia con l’arcivescovo, essendosi incontrati più volte, come ad esempio ultimamente nel dicembre scorso quando l’Arcivescovo è stato accolto dal Conservatorio”. Peraltro, “il Conservatorio e la diocesi hanno stipulato una Convenzione grazie alla quale ogni giorno alcune classi della scuola di musica di insieme sono ospitate in determinate sale della Curia. Il Covid, infatti, ha richiesto per gli studenti delle aule più grandi per le loro attività”. I frutti del rapporto sono fecondi. “Grazie a queste collaborazioni, anche grazie al coro diocesano, diversi ragazzi si stanno avvicinando alla chiesa e sono interessati all’aspetto musicale”. (Fabio Mandato)

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