L'analisi
A Rieti un secondo tempo da Lupi
La chiave negli spogliatoi dopo i primi 45 minuti. Gli uomini di Roselli hanno cambiato marcia e Statella e Cavallaro hanno colpito.
Quando qualche settimana fa si sono cominciate a fare le tabelle per provare a ipotizzare il ruolino di marcia del Cosenza, si riteneva che le partite contro Paganese e Lupa Castelli avrebbero portato 6 punti alla causa rossoblù. Il pareggio con i campani di domenica scorsa aveva un po' "rovinato" le previsioni degli addetti ai lavori e dei tifosi rossoblù sollevando qualche polemica di troppo e soprattutto rendendo più incerta la trasferta in terra laziale. Probabilmente gli stessi calciatori hanno sentito la pressione di dover vincere, almeno nel primo tempo, quando il Cosenza non si è certamente espresso al meglio, non sicuramente come una squadra chiamata al salto di categoria. Nell'intervallo deve essere successo qualcosa, quasi una rabbia in più, che poi è esplosa in maniera proprio significativa. I gol di Statella e Cavallaro che hanno portato i 3 punti sono tanto importanti perché arrivati da due calciatori un po' in ombra. Il primo, da quando, nel gennaio 2015, è approdato in riva al Crati, ha sempre avuto difficoltà a centrare la porta e fare gol; il secondo, veniva da un rigore calciato malissimo (per quanto palesemente da ripetere!), che non aveva aiutato gli uomini di Roselli, non di certo in gran spolvero, a superare la Paganese. Due gol di pregevole fattura, tra l'altro, con il cavallo da corsa Statella che, pur non nella sua solita fascia di competenza, ha sfondato da destra la difesa reatina, beffando Caio Secco sul suo stesso palo. Era un Cosenza, diverso, quello sceso in campo nei primi minuti della ripresa; fors'anche con un atteggiamento più propositivo, un baricentro più avanzato. Statella è stato bravissimo a sfruttare l'assist di Arrighini (un po' meglio di La Mantia, da due gare insufficiente) e ad essere freddo sotto porta. Cavallaro, poi, quasi sul gong, ha dimostrato di non essere un giocatore qualsiasi per la categoria. Forse il segreto per conquistare il sogno cui tutta la tifoseria anela è proprio quello di alzare il baricentro, osare un po' di più, tentare di accorciare in avanti. Solo così il Cosenza può rendersi tanto pericoloso da andare più volte al tiro e quindi, di conseguenza, in gol. La difesa ferrea, senza dubbio la meno perforabile del campionato, è una grande certezza. Ora è il momento decisivo per metterla in fondo al sacco un po' di più. Ci saranno partite, da qui alla fine, che saranno decise dalla capacità di essere cinici e positivi in fase offensiva. Un aspetto positivo della trasferta di Rieti è stata la coesistenza in campo di Arrigoni, Fiordilino e Caccetta, con il primo ben tutelato dalla saggezza tattica del capitano (certamente ancora non al 100%) e supportato dal dinamismo del gioiellino scuola Palermo. Criaco è un giocatore che dà l'anima e quasi sempre uno dei migliori in campo dei suoi, ma la sua assenza odierna ha fatto scoprire a Roselli di avere una chiave tattica ulteriore. L'altra notizia positiva è la non vittoria del Matera, che stava avvicinandosi da dietro. Il pareggio a Castellammare sputa fuori dalla zona play-off i lucani. Ci sarà da lottare fino alla fine. E sabato al San Vito arriva il Lecce.
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