Cosenza calcio, parla Manuel Pascali: "ho molta fame, pronto a fare bene".

E' stato il primo acquisto del Cosenza di questa nuova stagione. Manuel Pascali e quel tocco "britisch" o meglio, scozzese, quel trofeo, la Coppa di Lega, che ha incuriosito i suoi nuovi tifosi. La passione per la musica, per Francesco Gabbani, che combinazione ha entusiasmato giovani e non la sera stessa del giorno dell'arrivo di Pascali a Cosenza. "A volte le coincidenze - dice Pascali - sono strane". "Dovrete conoscermi - esibisce il difensore dal Valentino Mazzola di San Giovanni in Fiore, dove il Cosenza sta svolgendo il ritiro pre campionato - e spero di fare quello che ho sempre fatto nelle altre piazze. Il passato è ormai andato, ogni anno si inizia da zero mantenendo sempre la stessa fame. In questo modo ho ottenuto tante soddisfazioni. Il gruppo mi ha accolto benissimo". Il discorso, inesorabilmente, ha vertito sulla sua esperienza d'oltre Manica: "L'esperienza di sette anni mi ha segnato notevolmente. Il trofeo è stato la ciliegina sulla torta. Tuttavia, quel che è stato è stato, ora voglio fare qui a Cosenza con la solita fame". "Se sono social? Si, voglio trasmettere ai fan quella parte dei calciatori che a volte è nascosta. Il lato umano, noi giocatori siamo persone come le altre. Non siamo supereroi o persone diverse". Per quanto riguarda il ruolo definito di Pascali: "Pascali è un difensore a cui piace il contatto fisico, è determinato, vuole vincere, gli piace la lotta su ogni palla. Uscirà sempre con la maglia bagnata dal sudore". Al Cittadella, Pascali, Arrighini e altri calciatori vissero, per uno spezzono di campionato, un grande sogno... si puo riproporre uno scenario simile a Cosenza? "Personalmente cercherò di essere me stesso, senza considerare se lo spogliatoio mi nominerà leader o meno. Penso che un calciatore può avere tutte le qualità del mondo, ma se non hai quella voglia tutti i giorni, quella fame che ti spinge, senza quella, non vai da nessuna parte. Al Cittadella avevamo tantissima fame. Lavoro col sorriso. Quando c'è da scherzare, si scherza, ma quando si lavora, si lavora, su questo non transigo".