Cosenza, l'alibi è il rigore inesistente, ma squadra troppo sbilanciata
La sconfitta a Lecce è maturata grazie a un penalty per i padroni di casa che le immagini hanno dimostrato non esserci. Però il gol dei salentini era nell'aria, il Cosenza era spaccato in due.
Sì, giochiamo pure bene, la squadra è coesa, ha pure carattere, ma i risultati sono davvero magri. Dopo la sconfitta di Lecce la classifica dice che questo è il periodo più difficile dell'intero campionato, con la quota salvezza lontana 3 punti. Nulla di irreparabile, ma il Cosenza continua a non avere nessuna confidenza con la vittoria e i soli pareggi, per quanto muovano la classifica, non possono servire per risolvere i guai.
I tre punti sono davvero una chimera. Solo in tre circostanze, tutte lontane dal Marulla, i rossoblù sono riusciti a portare a casa l'intera posta in palio. Troppo poco, soprattutto per una squadra che voleva navigare in posizioni ben più tranquille.
La sconfitta di Lecce è stata figlia certamente dell'ennesimo errore arbitrale a svantaggio della squadra bruzia: un rigore inesistente che si aggiunge alle tante decisioni arbitrali che in questo torneo il Cosenza ha dovuto subire. In Lega si prendano provvedimenti!
Questo, però, è l'alibi. Perché il Cosenza ha preso il rigore nel momento più confuso della partita, quando le due squadre erano sbilanciate e il Lecce aveva avuto più occasioni in contropiede per bucare la retroguardia silana. Forse occorrerebbe un maggiore equilibrio tra le fasi, senza lasciarsi prendere dall'entusiasmo; perché è giusto voler vincere, e anche a Lecce si può vincere, ma bisogna farlo con criterio. Altrimenti, la bella prestazione soprattutto dei primi 45' minuti rischia di ridursi a una pacca sulla spalla ma senza frutto.
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