Il Cosenza calcio è anche Donna.
Paola Luisa Orlando, mister/miss, racconta al nostro settimanale la nuova esperienza calcistica rossoblù, iniziata lo scorso mese di marzo.
Da marzo di quest’anno, il Cosenza calcio si è dotato, dopo un’intensa fase di selezione, di una squadra di sole donne, adeguandosi alle nuove disposizioni federali che prevedono, appunto, a fianco della classica formazione maschile, una tutta femminile. Militando nel campionato di Eccellenza, che equivarrebbe alla Serie D maschile, la formazione rossoblù presenta un alto tasso giovanile ed un altro, sempre alto, di identità territoriale. La stragrande maggioranza dei giocatori sono di Cosenza o della sua provincia. In tre mesi, il Cosenza ha tenuto testa alla rivale storica del Catanzaro e all’Eugenio Coscarello (squadra di Castrolibero), più dotate tecnicamente delle rossoblù. Luisa Paola Orlando, allenatore della nuova realtà calcistica, ci spiega i risvolti di questa nuova esperienza.
Mister Orlando, per la prima volta il Cosenza calcio si è dotato di una squadra unicamente composta da sole donne.
E’ la prima ufficiale del Cosenza. In Calabria abbiamo avuto altre esperienze, come quelle di Cosenza del Real Cosenza, Cus Cosenza. Per noi è il primo anno in assoluto.
Com’è stata composta la rosa? Credo che la maggior parte delle ragazze siano di Cosenza o, quantomeno, della provincia?
Si. Noi all’inizio, quando il presidente Guarascio ha deciso di fare questa esperienza, abbiamo fatto degli open day mettendo annunci nelle provincia e anche fuori. Da lì abbiamo fatto delle selezioni.
Ci parli della sua carriera.
Ho giocato quasi per 20 anni a calcio, quello ad 11. Ho iniziato a 14 anni con la squadra del mio liceo a Rossano. Ho disputato, pure, in Serie B, A2 e A, però, di calcio A5. Ho giocato, infine, con il Real Cosenza, Cus, Corigliano e, di nuovo, calcio a 5 con l’Atletico Belvedere.
Allargando il discorso, molte squadre, in primis Juventus e Fiorentina, si sono adeguate aprendo cantieri unicamente femminili. Cosa ha influito in tal senso per avere una sorta di parità di genere, anche, nel calcio?
Il calcio femminile è uno sport che da tanta passione. Una volta che si ci appassiona, non lo si lascia più. Quest’anno abbiamo scoperto un pubblico che non ci aspettavamo. Siamo felicissime. Inizialmente, il calcio femminile è nato in squadre blasonate come Juve, Milan, Fiorentina, quasi costrette dalla Federazione che ha cambiato i regolamenti. Dopo,hanno capito che c’è un movimento intorno molto bello. Infatti, queste squadre hanno dato vita ad un vivaio, oltre che alla prima squadra. Paradossalmente si apre l’interesse da parte del pubblico.
Perché abbiamo dovuto aspettare tutto questo tempo per avere intere squadre formate da donne? Forse, all’interno di questo sport, si è dovuto aspettare un cambio generale di mentalità?
Sicuramente. L’Italia è un paese che arriva, diciamo, un po’ dopo rispetto agli altri. In Francia, Germania, Regno Unito, ma la stessa Spagna, ci sono campionati importantissimi. Le francesi del Lione vincono, per esempio, quasi sempre la Champions League. C’è un gap culturale. Mi ricordo quando ero piccola, per giocare con i maschietti mi tagliavo i capelli fingendomi maschio. C’era sempre la parte discriminante, sei femmina quindi non puoi giocare. Il cambio di mentalità dell’Italia ha portato a questo.
Raffrontando il calcio maschile con quello femminile, quali sono le principali differenze?
Una differenza è quella fisica. Il calcio maschile è fisiologicamente più veloce, mentre quello femminile, paradossalmente, è molto tattico, magari non ci aspettiamo grandi galoppate o scontri in velocità eccetera, ma ci possiamo aspettare partite molto tattiche e divertenti anche sotto questo punto di vista…
D’altronde l’Italia è abituata al calcio tattico…
Esatto. Comunque il calcio femminile negli ultimi anni è cambiato parecchio. Stiamo migliorando sulla velocità. 10 anni fa quando guardavi una partita potevi annoiarti, detto tra virgolette. Questo non succede più. Fortunatamente le grandi emittenti tv trasmettono quasi ogni settimana una partita, quindi ti puoi rendere conto visivamente che il calcio femminile è notevolmente cambiato.
Juventus e Fiorentina lo scorso 24 marzo si sono affrontate di fronte ad un Allianz Stadium di Torino, davvero, stracolmo. Lei se lo sogna un Marulla gremito per le sue ragazze?
Sarebbe bellissimo. Noi ne parliamo sempre agli allenamenti. Io e le mie ragazze siamo orgogliose di portare sul petto lo stemma del Cosenza calcio. Questo ci da una motivazione fortissima. Poi scherzando diciamo, già un giorno giocheremo al Marulla. In realtà è una speranza.
In classifica siete secondi al Catanzaro…
La rivalità è sana. Sia con il Catanzaro sia con il Castrolibero (Eugenio Coscarello, ndr). Il Catanzaro è più pronto ed è giusto che sia primo. Noi siamo una squadra assemblata da fine novembre 2018. Abbiamo lavorato molto bene e sono felicissima di aver raggiunto il terzo posto inaspettatamente. Quando siamo partiti nessuno se lo aspettava.
Dopo la sconfitta alla prima giornata contro il Catanzaro, avete inanellato una serie di successi, alcuni molto netti. Non state andando male, dato che siete pure all’esordio assoluto.
Assolutamente. Noi manchiamo della giusta esperienza, soprattutto quella mentale. Molte ragazze sono all’inizio della loro carriera, non hanno mai giocato in un campionato. Giocare nell’interregionale, fare una carriera vera da atleti, è stato per loro duro e complicato, ma soddisfacente.
Quali sono i vostri obiettivi, per la stagione corrente e quella futura?
Sabato giochiamo l’ultima partita del campionato contro il Potenza. Speriamo di concludere con una vittoria facendo felice la città e il nostro presidente, premiando il lavoro di tutto lo staff. Per l’anno prossimo vorrei continuare su questa squadra, ampliando il settore giovanile. Già c’è un under 12 che ha partecipato al campionato Primavera. Mi auguro di aver sempre più ragazze e di costruire delle vere lupacchiotte.
FOTO: PAGINA FACEBOOK UFFICIALE COSENZA CALCIO.
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