Il calcio corrotto all'ultimo stadio
Scandalo tra i vertici del massimo organismo calcistico...
Terremoto ai vertici della Fifa, il massimo organo di governo del calcio mondiale, a due giorni dalle elezioni per la presidenza. Sei alti dirigenti, fra cui il vicepresidente Jeffrey Webb, sono stati arrestati questa mattina a Zurigo, su richiesta del dipartimento di Giustizia statunitense. Nel mirino, tra le varie cose, l’assegnazione dei mondiali in Russia (2018) e Qatar (2022) e mazzette per 100 milioni di dollari percepite negli ultimi 20 anni. Gravi i capi di accusa che vanno dalla corruzione al riciclaggio di denaro fino all’associazione a delinquere e alle frodi telematiche. Il presidente uscente, Sepp Blatter, 79 anni, in carica dal giugno del 1998, secondo i media americani, sarebbe indagato dall’Fbi ma non incriminato. Per anni la Fifa era stata indagata dall’Fbi ma l’organizzazione aveva sempre respinto le accuse. Fino a questa mattina, quando è avvenuta la retata nell’hotel “Baur au Lac”.
In attesa di accertare le accuse e vedere la giustizia compiere il suo corso, non resta che prendere atto di un nuovo triste capitolo della saga della corruzione del mondo del calcio. Questa volta a tremare non sono le squadre e i campionati nazionali di qualche Paese (il nostro, tanto per fare un esempio) ma la Cupola (ci si perdoni il termine) del calcio mondiale. La corruzione e il malaffare dilagano ovunque e non risparmiano nemmeno chi il calcio è chiamato a governarlo e gestirlo. Verrebbe da dire un calcio malato di corruzione e arrivato ormai al suo stadio… terminale. La corruzione oggi più che mai si presenta come un male globalizzato, inarrestabile. Quale la cura, allora? Ripartire dal “calcio giocato”, quello vero, libero da interessi prevaricanti. Certo. Ma non basta. Serve indignarsi, alzando l’asticella della sopportazione. Sì, ma non basta. Occorre una risposta globale di coloro che ancora credono che uno sport (ma non solo lo sport) pulito sia ancora praticabile. Globalizzare l’onestà: l’unico modo che può “sconfessare e sconfiggere”, per usare parole di Papa Francesco, la corruzione e ridare al calcio malato una concreta speranza di vita.
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