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La Cina colonizza il calcio

Non solo Milan e Inter… Il progetto di una China Cup da giocarsi nel 2017.

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La Cina colonizza il calcio

Inter e Milan certo, ma non solo. Da anni la Cina ha capito che il calcio può diventare uno straordinario veicolo non solo economico, ma anche di propaganda. Ecco il perché a suo tempo ha chiamato il ct campione del mondo Marcello Lippi a guidare una delle sue squadre di punta e sta facendo incetta di campioni, conclamati o presunti tali (l’esempio di un Pellè, bravo agli Europei, a parte l’infelice gesto prima del rigore, ma strapagato per arrivare in Oriente, è significativo) per arricchire il suo campionato, puntando anche a scalare i Top club esteri, come nel caso delle milanesi. Ma per diventare davvero la mecca del calcio, occorre fare un ulteriore passo in avanti: ecco allora l’idea di arrivare al “cuore” del sistema calcio, la Fifa. In attesa quindi di organizzare il Mondiale in pompa magna, dalle segrete stanze dei vertici governativi di Pechino si è così studiata una sorta di “scorciatoia” per far definitivamente scendere sul Paese del Dragone i riflettori del calcio planetario.
Si tratta dell’organizzazione di una China Cup da giocarsi all’inizio del 2017 tra la nazionale cinese e le tre migliori scelte tra europee e americane, con un montepremi talmente alto da rendere l’offerta “irrifiutabile” da qualsiasi Federazione, specie in tempi di crisi e di mancanza di fondi come questi. Il problema semmai sarebbe quello d’inserire il cinese nel già fittissimo calendario d’impegni nazionali e internazionali, già oggi motivo di grandi dissapori tra club e nazionali. Ma anche se dalla Fifa arrivasse un primo “no” alla disputa del 2017, la corsa alla colonizzazione del calcio dagli occhi a mandorla ha un destino segnato: è li che si concentrano i maggiori bacini di tifosi, è in quella parte del mondo che si stanno facendo confluire i massimi budget pubblicitari, è sempre in Cina e dintorni che si punta per la robusta vendita di nuovi diritti televisivi per lo sport e per una diffusione sempre più capillare del merchandising che, per esempio, in Italia non è mai riuscito a decollare. Un piano che non trascura neppure la didattica, se si pensa che l’ex trio olandese del Milan delle meraviglie, Ruud Gullit, Marco Van Basten e Frank Rijkaard sono appena sbarcati come ambasciatori del football europeo a Pechino per inaugurare la nuova Huaaoqidi Youth Training Academy, primo decisivo passo dell’ambizioso programma approvato dal governo cinese e che, in accordo con la Beijing Campus Football Association, intende aprire 50mila scuole di calcio giovanile entro il 2025.
La mission, dettata direttamente dai vertici del partito comunista cinese è chiara: diventare in pochi anni una potenza calcistica di primo livello, con l’obiettivo prima di organizzarli, e poi di vincerli, i Mondiali. Il primo atto di questa sfida senza ritorno è già diventato realtà: nella città meridionale di Guangzhou è infatti già attiva la scuola internazionale di calcio Evergrande, attualmente la più grande del mondo, grazie a un investimento da oltre 165 milioni di euro e l’affiliazione al Real Madrid. Non solo formazione però, anche business: le ultime stime parlano di un giro d’affari legato al calcio di oltre 760 miliardi già nel 2025, cinque volte quello attuale. La Cina non è vicina: è già qua.

Fonte: Sir
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