Spreco e beffa finale. Cosenza-Venezia è 1-1.
Primo goal stagionale di Rivière e grande prestazione di Carretta. Nel finale ingenuità di Idda e pareggio di Montalto.
Quando il Cosenza stava dando la sensazione di controllare e chiudere la pratica Venezia, ecco arrivare la solita distrazione del periodo. Idda calpesta il piede di Aramu e Montalto spiazza dal dischetto Perina. Al netto delle tante occasioni, di cui 4-5 molto rischiose, che il Cosenza non è stato in grado di capitalizzare, al Marulla si vede un ulteriore pareggio, al posto della vittoria che avrebbe portato nuovo entusiasmo nella piazza rossoblù, anche se nel finale i tifosi hanno comunque applaudito i calciatori. Terzo pari consecutivo, 4 punti, 16esimo posto in classifica. Nella giornata corrente, i Lupi hanno avuto il merito di portarsi, grazie ad un Carretta in buono stato di forma e alla prima realizzazione di Rivière, per la prima volta in vantaggio, ma l‘ esatto opposto nella capacità di mettere definitivamente la parola fine ad una partita ampiamente alla portata dei Lupi.
Le scelte di Braglia e Dionisi.
Mister Braglia torna ad un modulo, il 3-5-2, che nella dislocazione funzionale di Bàez e D’Orazio offre, a destra, la spinta offensiva, mentre, a sinistra la zona “bloccata” volta alla gestione della fase difensiva. In attacco inedita coppia Rivière e Carretta, che batte la concorrenza di Pierini, svantaggiato dalla scelta tattica dell’allenatore. Da punta, alla “Tutino”, non ha mostrato certamente il meglio del suo repertorio, invece Carretta, più duttile, non ha sfigurato. Dionisi, all’esordio contro i Lupi, punta sulla regia di Vacca. Fiordaliso e Felcioli garantiscono corsa e cross, Bocalon e Montalto, sostenuti da Mattia Aramu (che il Cosenza cercò di ingaggiarlo dal Torino lo scorso anno), sono i prescelti per la zona goal.
Cosenza poco incisivo.
L’avvio del Cosenza coincide con l’approccio alla gara di Frosinone. Disposto e, quasi, concesso dal Venezia, a gestire la prima intenzione di gioco, i rossoblù vedono venire leggermente meno l’apparato di filtro e costruzione quale è il centrocampo. Come evidenziato nel commento alla formazione, le iniziative preliminari avvengono dalla parte di Bàez. L’esterno uruguaiano collabora con Bruccini nella sovrapposizione per scardinare i ranghi difensivi lagunari. Tuttavia, il centrocampista è lento, impacciato. Sciaudone, invece, poco lucido e Kanouté impreciso. Le azioni hanno come esito il fondo del campo. Palloni calciati e crossati male (Bàez), riferimenti offensivi non troppo considerati (Rivière) e l’unico, Carretta, che sconquassa andando avanti e indietro sulla trequarti, gli arancioneroverdi. Ne viene fuori una scarsa organizzazione e fusione tra le varie linee. Infatti, i Lupi sono pericolosi solo per via di un tiro cross di Bàez (9’), una botta di Sciaudone (18’), il cui costrutto avrebbe meritato altro finale. Il Venezia è recupero e profondità. La posizione di Fiordilino, schierato mezz’ala, regista in zone di recupero palla serve ad aumentare qualità in quella parte di campo. Chi recupera e coordina è Vacca. Poco incisivi i velocisti Fiordaliso e Feliciosi (costretto poi ad abbandonare).
Carretta e Rivière, la svolta rossoblù.
Il gol è la svolta, la scossa che serviva ad una squadra alla ricerca di una maggiore concentrazione mentale. Mirko Carretta, cuore del gioco e delle idee rossoblù, ubriaca Felicioli e scova la testa di monsieur Rivière, che finalmente si sblocca. Tra l’altro è la prima volta che il Cosenza si porta in vantaggio in una partita di campionato quest’anno. La ragione riabbraccia la formazione allenata da Piero Braglia. Il vero factotum è Carretta, pienamente in condizione di poter svariare su tutta la trequarti avversaria. I tre di centrocampo migliorano in sicurezza. Al 32’ st Sciaudone ci prova a tirare in scivolata, ma il pallone termina fuori alto. Ancora il centrocampista, al 39’ st, imbeccato da Carretta, ci va vicino a siglare il raddoppio, che sfugge di pochissimo al 44’: Carretta recupera palla, e dopo un uno-due con Rivière, chiama Lezzerini alla parte. Tuttavia, Fiordilino sulla sinistra non va dimenticato. Al 36’, Modolo (scappato a Sciaudone) era nelle condizioni di essere più incisivo di quanto, effettivamente, è stato.
Il pari del Venezia dopo le tante azioni sprecate dal Cosenza.
Il difetto di concentrazione, di attenzione, non abbandona ancora il Cosenza. Unito al fatto che la poca fermezza davanti al portiere, nolente o volente, può ritorcersi contro. Fino al 33’ in campo c’era una squadra sola. I lagunari, improntati ad un gioco attendista, non facevano altro che reggere su una linea e, apertosi un varco, infilarcisi dentro. Dunque, in casa rossoblù registriamo l’ennesima difficoltà, peraltro in situazione di vantaggio, di chiudere la pratica. In più lo scivolone in difesa nell’occasione del pareggio Venezia.
Errore grossolano di Idda.
La prova della retroguardia era sulla sufficienza, quando Idda ha calpestato il piede di Aramu e, giustamente, Baroni ha indicato il dischetto. In apertura di secondo tempo, Rivière (tiro ciabattato infrantosi sulla traversa) e Carretta (colpo di testa di poco alto) hanno avuto le occasioni di allungare la distanza. Classica proposizione, gol sbagliato gol subito. Idda, 32’, ferma Aramu in un modo poco convenzionale e Montalto spiazza Perina. Si accende, anche, una mischia, dove Perina viene a contatto con Montalto, a causa dell’esultanza dell’attaccante veneziano proprio sotto la “Bergamini”. L’unica conseguenza è il giallo rimediato dal portiere.
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