Futurismo calabrese in mostra a Rende
Inaugurata lo scorso 28 settembre presso il Museo del Presente a Rende la mostra permanente ‘Futuristi Calabresi’ curata da Vittorio Cappelli e Gianluca Covelli
Un omaggio al primo movimento d’Avanguardia italiano ed alle sue rappresentanze calabresi. Su questa direzione si sviluppa la mostra permanente ‘Futuristi Calabresi’ curata da Vittorio Cappelli e Gianluca Covelli, inaugurata lo scorso 28 settembre presso il Museo del Presente a Rende. Questa importante esposizione artistica è stata anticipata da una conferenza in cui sono intervenuti i curatori della mostra, studiosi e autorità civili. Ad aprire e moderare l’incontro è stata l’assessora alla cultura del comune di Rende Marta Petrusewicz, con la partecipazione del sindaco Marcello Manna. Dopo i saluti ed i ringraziamenti, la parola è stata data agli studiosi.
Il Professor Lyttelton, docente della Johns Hopkins University, con linguaggio chiaro ed alla portata di tutti ha immerso nel contesto politico e sociale italiano del primo Novecento il movimento d’Avanguardia fondato da Filippo Tommaso Marinetti, partendo dalla nascita del Futurismo al rapporto con la società italiana, arrivando a toccare temi come l’interventismo in guerra e i contatti con il regime fascista.
Con Vittorio Cappelli, Professore di Storia contemporanea presso l’Università della Calabria, ci si è soffermati principalmente sulla declinazione calabrese del Futurismo: lo storico parla di come l’accostamento Calabria/Futurismo sia per molti un ossimoro. Questi sono in realtà – dice Cappelli – degli stereotipi: il primo di questi vede una Calabria arcaica, immobile e cupa; il secondo dipinge invece il Futurismo come una ingenua esaltazione di modernità, velocità e movimento.
Questi due termini risultano invece molto legati tra loro: Cappelli infatti pone in relazione i temi dell’Africa e dei Sud del mondo con la nascita del Futurismo, dichiarandoli consustanziati tra di loro. Individua inoltre due elementi per la diffusione di questa Avanguardia in Calabria, ovvero il militantismo del movimento, penetrato in tutta Italia e l’integrazione della regione nel quadro nazionale attraverso l’emigrazione transoceanica e la Prima Guerra Mondiale, che porta i giovani futuristi calabresi anche al nord del Paese.
Il Professore Cappelli ha inoltre citato alcuni tra i più rappresentativi artisti del panorama futurista calabrese tra i quali Umberto Boccioni, Antonio Marasco, Enzo Benedetto e Lina Passalacqua, definita come ʺultima futuristaʺ, che era presente alla mostra. Proprio la Passalacqua, in conclusione, ha dichiarato che il Futurismo fa parte della nostra epoca: è la vita di oggi. Il concetto di spazio creato dai futuristi – aggiunge – è lo spazio della nostra epoca, con la velocità, la simultaneità delle cose, con le immagini sovrapposte che scorrono davanti i nostri occhi.
Il Futurismo è l’oggi!
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