I commercianti: "non comprate cose futili". Giorno di silenzio e riflessione a Cosenza, 15 marzo

I domenica di coronavirus. Il silenzio del fine settimana in queste ore diventa ancora più assordante, interrotto solo dal suono delle campane delle chiese. La terza di quaresima vede templi vuoti e celebrazioni sui social. Un'occasione quanto mai preziosa per esserci anche questa volta. Alle 17 il bollettino della regione Calabria: 8 casi positivi in più, ai lidi calabri ora sono in 68. Ma Cosenza resta a casa e "si posta", si "selfa", si incoraggia. Neanche tanto più si sentono i suoni dai palazzi, nè l'inno nazionale che ha caratterizzato il sabato. Anche i supermarket oggi lavorano di meno. Anche da loro arriva l'appello: 'rimanete a casa'. Ne abbiamo sentiti alcuni, li abbiamo sentiti grazie ai benedetti social, sui quali - inesorabili - si susseguono notizie, dati, previsioni, volti di esperti. Parola ai commercianti, allora: "L'aria non è tranquilla. Speriamo che tutti capiscano che devono stare in casa e non uscire per cose futili". Un altro ci dice: "che senso ha venire al supermercato per una birra e un barattolo di cioccolata?". Nel negozio di casalinghi arrivano ancora in tanti, in cerca di disinfettanti. "Spesso vengono acquistate cose di cui in questo periodo si potrebbe benissimo fare a meno". Anche rispetto alle mascherine, "sono in tanti che ne chiedono, ma al momento le abbiamo finite". I tabaccai, da parte loro, sono preoccupati. "La situazione attuale non ci consente di sospendere la nostra attività, perché la chiusura arbitraria prevede sanzioni severissime, vista anche la normativa che ci riguarda. Però ogni giorno rischiamo per la nostra salute". Alla ragione economica, prevalgono ragioni di salute. Più delle "ragioni di monopolio".