Le foto di oggi di un'area urbana paziente e forte. 21 marzo
Cosenza e Rende deserti, non si vedono macchine per minuti. E chi esce, lo fa con mascherine e guanti.
Che l'Italia sia pressoché ferma, è evidente. Che tutto parli di Coronavirus, pure. L'immagine della giornata potrebbe essere quella del tabellone scorrevole sull'A2, all'uscita di Cosenza, dove legge: "Emergenza Coronavirus. Restate a casa". Sono tante, a dir la verità, le immagini che rimarranno alla storia di questo periodo così particolare; paesi e città si sono adornate di bandiere tricolori e piccoli striscioni per "dire" il tempo che si sta vivendo. La speranza, si sa, è quella di levarli presto dai balconi, e di tornare alla normalità. Cosenza, come abbiamo già avuto modo di dire, è deserta.
E' vero, rimangono i servizi pubblici essenziali che, volente o nolente, sono frequentati dagli avventori; ma le nostre strade sono spettrali. Per fare un esempio: abbiamo percorso la via Verdi a Rende e, nel giro di 7 minuti, percorsi a velocità non superiore ai 30kmh, non abbiamo incontrato neppure una macchina. Questo pomeriggio abbiamo voluto percorrere tutta l'area urbana Cosenza - Rende per "osservare" la nostra città nei giorni del virus.
Abbiamo visto la responsabilità del nostro popolo. I pochi cittadini per strada tutti muniti di mascherine e guanti. Quanti erano fuori, al di là di coloro i quali uscivano dai market, recavano con sé il proprio cane.
E' vero che siamo in giornata di sabato, ma la schiera di autobus all'autolinee non era pronta ad accogliere quasi nessuno. La strada totalmente sgombra di macchine in doppia fila e persone in attesa; l'esatto contrario dello scenario vissuto ogni giorno. Complice anche la chiusura di alcuni Comuni del circondario (vedi Castrolibero oggi), davvero poco è stato il movimento sui mezzi pubblici.
Vuoti corso Umberto, piazza Matteotti (un solo utente ad attendere la circolare), via XXIV Maggio e via Montesanto. Parchi chiusi e "transennati" con nastri. A via Alimena, cuore della movida del sabato pomeriggio e sera, non c'é neanche l'ombra di un giovane. La città, al di là di qualche ammasso di immondizia ai portoni delle case, è essenzialmente pulita. Sono tutti segnali positivi e buone pratiche di decoro urbano che, prima che essere di questo tempo di emergenza, dovrebbero essere comuni alla nostra quotidianità. Abbiamo alzato la testa ai balconi, abbiamo notato, oltre alle bandiere tricolori, la creatività della nostra gente: gli striscioni arcobaleno, e quell'invito pressante: "rimani a casa", che non è solo una parola, ma che si sta facendo concreto giorno dopo giorno.
Il bollettino di oggi in Regione vede 28 casi nuovi di virus, un numero più contenuto degli ultimi giorni e che strappa - al netto del grande dolore per chi non ce la fa - l'auspicio che insieme siamo capaci di vincere questa battaglia. Lo facciamo con le nostre armi, con la passione di chi ama questa città e con l'impegno di chi, tra le quattro mura, esercita la pazienza.
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