Savuto,riprende la discussione sul progetto di fusione dei Comuni
Due le proposte per la conurbazione amministrativa.
Da una parte i Comuni che gravitano intorno alla cintura Roglianese, dall’altra quelli inclusi nella fascia del Medio Savuto. L’obiettivo è la creazione di una associazione tra enti per la gestione dei servizi e, successivamente, di una vera e propria fusione territoriale così come avvenuto in altre aree della Calabria. Un progetto di non facile realizzazione per via dei campanilismi e per l’opposizione di qualche amministratore locale maldisposto a sacrificare una consolidata posizione di potere politico, sebbene quasi insignificante, in nome di una più ampia e prestigiosa realtà geografica capace di innescare sinergie positive di carattere sociale, economico ed infrastrutturale. Sono anni, infatti, che il comprensorio del Savuto subisce gli effetti di una crisi profonda (e dolorosa) con ripercussioni sulla qualità della vita dei cittadini moltissimi dei quali, purtroppo, costretti alla emigrazione, con conseguente declino demografico e culturale. Un eventuale programma di conurbazione potrebbe portare, invece, ad uno sviluppo più organico del territorio non solo attraverso una moderna e funzionale pianificazione urbanistica ma, soprattutto, con la possibilità di accedere a finanziamenti pubblici, con l’accorpamento e la razionalizzazione dei servizi e il conseguente abbattimento di tasse ed imposte municipali. I Comuni che potrebbero dar vita a due nuove città del Savuto sono, ricordiamo, Mangone, Belsito, Santo Stefano, Rogliano, Marzi, Parenti e Carpanzano da una parte Malito, Grimaldi, Altilia, Scigliano, Pedivigliano, Colosimi, Bianchi e Panettieri dall’altra. Due grandi agglomerati urbani uniti a Nord dall’area di Piano Lago, con presidi e servizi predisposti alla innovazione e un’area industriale da rilanciare sostenendo il mondo dell’impresa per generare maggiore ricchezza e occupazione. In più la valorizzazione dei vecchi borghi a scopo turistico mediante lo sfruttamento delle risorse ambientali ed architettoniche, dell’enogastronomia e delle tradizioni popolari, contro il rischio perdita di identità comunitaria. Lanciato e discusso più volte il progetto di unione dei Comuni tuttavia non è mai decollato, perlomeno in sede istituzionale. Retaggi culturali, perplessità di carattere amministrativo hanno frenato il tentativo di “scelta fusionista” bloccando, di fatto, ogni tipo di pianificazione. Fortunatamente, grazie al contributo del Comitato per il Si guidato dal sacerdote ed intellettuale don Vincenzo Filice e dal giornalista Luigi Michele Perri, il confronto sul progetto di conurbazione è ripreso e punta alla indizione di un referendum consultivo. Anche per la zona del grimaldese, grazie all’interesse del sindaco di Altilia, Pasquale De Rose, è in atto un confronto tra gli attori del territorio. Sarà la volta buona?
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