Una targa per ricordare le riprese del film su San Giuseppe Moscati a Cosenza
Apposta nel centro storico, dinanzi all'ex Albergo Bologna.
Da questa mattina chi varca la porta della Cosenza storica, incamminandosi per corso Telesio ed alza lo sguardo verso l’ex Albergo Bologna, troverà una targa in più.
Non un nuovo toponimo, ma una targa che ricorda le riprese cinematografiche del film “Giuseppe Moscati – l’amore che guarisce”, la mini serie televisiva di Raiuno girata nel centro storico di Cosenza nel 2006, per la regia di Giacomo Campiotti.
L’idea di fissare a futura memoria le tracce di quel set cinematografico in cui la Cosenza di una volta diventò la Napoli dell’epoca in cui visse e si distinse il medico santo Giuseppe Moscati, interpretato da Beppe Fiorello, è stata del cosentino Pasquale Arnone, film commissioner, organizzatore e selezionatore delle location della produzione targata RAI. A condividere l’idea, l’Amministrazione comunale rappresentata questa mattina, alla cerimonia nel corso della quale è stata scoperta la targa, dall’Assessore alla comunicazione, turismo e spettacolo Rosaria Succurro.
Ospite d’eccezione il produttore di “Giuseppe Moscati- l’amore che guarisce”, Sergio Giussani, presenti anche il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Luciano Greco e, in rappresentanza del Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca, Giovanni Guagliardi che ha ripercorso con alcuni significativi aneddoti le diverse fasi della lavorazione del film che includeva nel cast, oltre a Beppe Fiorello, anche Kasia Smutniak, Ettore Bassi, Paola Casella e Giuseppe Zeno.
Subito dopo la benedizione, impartita da don Mario Ciardullo, vice parroco del Duomo di Cosenza, che ha ricordato la figura di Giuseppe Moscati, “l’uomo della carità”, il medico proclamato Santo nel 1987 da Papa Giovanni Paolo II per la sua sensibilità nella cura degli ammalati e dei sofferenti, la manifestazione è stata introdotta da Pasquale Arnone che ha ricordato la vicenda produttiva del film, rivelando che il set a Cosenza si sarebbe dovuto risolvere solo in qualche ciak della durata di tre giorni. Invece, quando la produzione arrivò in città, le cose andarono diversamente, soprattutto per la bellezza del centro storico che stregò letteralmente il regista Giacomo Campiotti, nome importante del nostro cinema ma anche delle fiction televisive (basti pensare al suo successo più recente, “Braccialetti rossi”).
“Dobbiamo fare in modo – ha detto, quasi in un monito, Pasquale Arnone – che le nostre bellezze architettoniche e storiche, così come è accaduto per il film “Giuseppe Moscati” vengano portate fuori dalla regione, affinché anche i turisti possano conoscere quanto di buono c’è in Calabria, sfatando i ricorrenti luoghi comuni”.
Mentre Arnone parlava, è intervenuto il produttore Sergio Giussani che brevemente ha ricordato “la calorosa accoglienza e la collaborazione della città che non mi sarei mai aspettato”. E in realtà durante le riprese del film si verificò una mobilitazione generale dei cosentini. 800 furono le comparse e i figuranti forniti al film dalla città (alcuni di loro presenti anche questa mattina in una sorta di ritorno sul set). Anche l’economia locale tirò una boccata d’ossigeno.
Il film ebbe uno straordinario successo. Il suo primo passaggio in televisione, su Raiuno, risale al settembre del 2007. Da quel momento la fiction cominciò il suo cammino nei festival e venne replicata molte altre volte, sia sulla RAI che sulle reti televisive di ben 27 paesi.
L’Assessore Rosaria Succurro ha auspicato che “altre produzioni cinematografiche possano prendere in considerazione la città di Cosenza, così come avvenne per “Giuseppe Moscati” che mise in primo piano e valorizzò il nostro centro storico. Ne risulterebbe avvantaggiata – ha detto ancora Succurro – la promozione culturale della città”. E in questa direzione qualcosa comincia a muoversi se è vero che da qui a breve potrebbero partire le riprese di un film sulla scuola, come annunciato dal Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Luciano Greco.
“Un film sulla scuola – ha detto Greco – ma anche uno spaccato sulla nostra terra, fatta di eccellenze, uomini e donne di valore che ogni giorno fanno il loro dovere esprimendo una calabresità che vale la pena filmare e far conoscere. Uno spaccato che nel raccontare la scuola di ieri, possa aprire una finestra anche su quella del futuro, tema strategico per i nostri figli e la nostra terra.”
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