Card. Nichols: "su raid aerei in Siria azione militare necessaria"
"L’uso specifico della forza per proteggere i più vulnerabili è difendibile, se è combinato con sostenuti sforzi diplomatici e umanitari"
“Un’azione efficace è necessaria per fermare il grave danno inflitto dall’Isis sulla popolazione civile. E se la violenza indiscriminata non è mai giustificabile, l’uso specifico della forza per proteggere i più vulnerabili è difendibile, se è combinato con sostenuti sforzi diplomatici e umanitari. Come Papa Francesco ha detto: laddove c’è un’aggressione ingiusta, è lecito fermare l’aggressore”. Sono parole chiare quelle pronunciate dal cardinale Vincent Nichols, arcivescovo cattolico di Westminster, alla vigilia del dibattito parlamentare che ieri sera ha dato il via libera alla Gran Bretagna di partecipare ai raid aerei in Siria contro l’Isis. Dopo un infiammato dibattito durato dieci ore e mezza, la camera dei Comuni ha approvato con 397 voti favorevoli e 223 contrari il piano presentato da David Cameron e poche ore dopo il via libera del Parlamento, la Gran Bretagna ha compiuto già nella notte i suoi primi raid aerei contro postazioni del gruppo Stato islamico in Siria. Quattro tornado sono decollati dalla base di Akrotiri, a Cipro, dove la Raf dispone di otto velivoli di questo tipo. Secondo la Bbc, gli aerei britannici avrebbero colpito sei obiettivi in un giacimento petrolifero sotto il controllo dell’Is nella Siria orientale.
Nello statement, il cardinale Nichols ricorda la sua visita in Iraq compiuta quest’anno nel mese di aprile. “Ho incontrato un certo numero di rifugiati iracheni e coloro che generosamente li stanno accogliendo, sotto la guida della Chiesa locale. Nelle conversazioni che ho avuto con loro, sono arrivato alla conclusione che ci sono tre passi necessari da intraprendere in Iraq e Siria per permettere ai rifugiati e agli sfollati di tornare a casa”. “Il primo – dice l’arcivescovo – è quello di fermare l’Isis insieme a quei gruppi che commettono violenza indiscriminata e ciò richiede un intervento militare proporzionale; il secondo sarà quello di rendere villaggi e città abitabili attraverso una pulizia delle mine antiuomo e altri Ied (ordigni esplosivi improvvisati, ndr) insieme alla necessaria ricostruzione delle case e delle infrastrutture; il terzo passo sarà quello di ristabilire lo stato di diritto e la fiducia tra i diversi popoli e le fedi. Ci vorrà tempo e richiede un impegno a lungo termine che coinvolga tutti coloro che vivono nella regione e cercano di vivere in pace”.
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