Craxi vent'anni dopo
A 20 anni dalla scomparsa di Bettino Craxi sembra iniziare ad affermarsi, complice forse pure il film di Gianni Amelio che è in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane, una valutazione un po’ più serena dei piccoli e grandi meriti dello statista e leader socialista
A 20 anni dalla scomparsa di Bettino Craxi sembra iniziare ad affermarsi, complice forse pure il film di Gianni Amelio che è in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane, una valutazione un po’ più serena dei piccoli e grandi meriti dello statista e leader socialista. Amato e odiato con la stessa intensità, osannato e ferocemente detestato, fino al lancio delle monetine davanti all'hotel Raphael a Roma nell’aprile del 1993, Craxi è stato un uomo importante per una lunga stagione politica del nostro Paese. Presidente del Consiglio dal 1983 al 1987 col proposito mancato di tornare a Palazzo Chigi nel 1992, rimane celebre il suo discorso alla Camera in merito ai finanziamenti ai partiti: “Non credo che ci sia nessuno in quest’Aula, responsabile politico di organizzazioni importanti, che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro”. Uomo arguto e capace assunse la segreteria del PSI nel 1976 ammodernando il partito che lo portò ad essere Primo Ministro. Il suo terreno privilegiato d’impegno fu quello mediterraneo, volto alla creazione di un vero e proprio asse commerciale e culturale con i paesi arabi. Sono degni di nota il Caso Sigonella e il Concordato con la Santa Sede ed ancora da segnalare è il raggiungimento del quinto posto tra i paesi industrializzati dell’Italia nel gennaio 1987. Le politiche economiche dei suoi due governi recavano il segno di una sensibilità sociale. Questo ventennale ha una peculiarità sorprendente ovvero quella di essere non solo occasione di ricordo ma anche di rivincita.
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