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I passi incerti dell'Europa

La Commissione Ue propone una strategia comune sul problema-profughi. Ma gli Stati sollevano perplessità. Iter politico ancora lungo.

I passi incerti dell'Europa

"Salvare rapidamente delle vite umane e assicurare alle persone che hanno bisogno di asilo una protezione nell'Ue, che si trovino in mare, sul territorio Ue o anche in un Paese terzo". Federica Mogherini, Alto rappresentante Ue per la politica estera, ha spiegato così l'obiettivo complessivo delle misure sulle migrazioni che la Commissione ha delineato il 27 maggio, completando l'Agenda delineata il 13 maggio precedente. Molteplici le azioni proposte, sulle quali deve pronunciarsi il Consiglio dei ministri dell'Unione il 15-16 giugno, alla luce del parere del Parlamento europeo. La materia è complessa, tanto che richiederà per alcuni aspetti l'intervento del Consiglio europeo del 25-26 giugno.
I profughi da ricollocare. I documenti resi noti a Bruxelles comprendono anzitutto un meccanismo di ricollocazione di 40mila profughi provenienti da Italia e Grecia (i due Paesi più esposti sul versante dell'accoglienza profughi) e giunti in questi Paesi dopo il 15 aprile di quest'anno. Tale meccanismo di intervento urgente, in applicazione dell'articolo 78 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, viene applicato per la prima volta in assoluto. La ricollocazione riguarderà in linea preminente persone cui è riconosciuto il diritto di protezione internazionale provenienti da Eritrea e Siria. La Commissione ha anche definito il numero di individui che spetterà a ciascuno dei 23 Stati Ue che partecipano al "meccanismo obbligatorio" (ne sono esclusi ovviamente Italia e Grecia, nonché Regno Unito, Irlanda e Danimarca che godono della clausola opt-out). I criteri per la ripartizione sono quattro: Pil, popolazione totale, disoccupazione, numero di richiedenti asilo in quello Stato. Per fare alcuni esempi, la Germania dovrebbe farsi carico di 8.763 persone, la Francia 6.752, la Polonia 2.659, l'Ungheria 827 in tutto. Per ogni persona ospitata il Paese d'accoglienza riceverà 6mila euro. La Commissione ha messo a punto altri aspetti dell'Agenda: la reinstallazione di 20mila persone provenienti da Paesi terzi di cui è riconosciuta l'urgenza di protezione internazionale; il piano d'azione contro il traffico di migranti; l'estensione geografica dell'azione dell'operazione Triton; le linee direttrici per il rilevamento delle impronte digitali di tutti i migranti in arrivo in Europa; una consultazione pubblica sulla "carta blu" per facilitare le immigrazioni di personale altamente qualificato.
Regole, solidarietà, responsabilità. Il primo vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, ha voluto puntualizzare: "Oggi la Commissione trasforma le parole in fatti. La solidarietà va di pari passo con la responsabilità. Per questo le nostre proposte esigono che le norme sull'asilo siano applicate correttamente e che gli Stati membri si adoperino pienamente per prevenire gli abusi. L'Europa deve offrire rifugio a tutti coloro che ne hanno bisogno, ma chi cerca accoglienza senza giustificato motivo deve essere identificato rapidamente e rimpatriato nel Paese di origine". Un messaggio chiaro ai Paesi di prima accoglienza. Mogherini ha poi alzato lo sguardo verso i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori: "Stiamo intensificando la nostra cooperazione con questi Stati, oltre a quelli di prima accoglienza dei rifugiati, non solo per sostenere le loro capacità di asilo e gestione della migrazione, ma anche per affrontare le cause che costringono le persone a fuggire", ossia "la povertà, le guerre, le persecuzioni, le violazioni dei diritti umani e le catastrofi naturali".
Reazioni di segno opposto. Il commissario responsabile per la migrazione, Dimitris Avramopoulos, ha specificato: "Il meccanismo di ricollocazione e il programma di reinsediamento, insieme con il rafforzamento di Triton e di Poseidon e con il piano d'azione contro i trafficanti, sono risposte alle sfide più urgenti. Contemporaneamente stiamo avviando la consultazione pubblica sul riesame della direttiva sulla Carta blu, che ci auguriamo possa dare un contributo per trasformare tale strumento in una vera e propria carta da visita dell'Unione nella competizione globale per attirare talenti e competenze". Alla presentazione del piano della Commissione sono seguite reazioni in tutta l'Ue. I governi aspettano i prossimi passaggi istituzionali, a giugno, per scoprire le proprie carte, anche se le "quote" di distribuzione non sono affatto gradite in diverse capitali dell'Europa settentrionale, centrale e orientale. Da Chiese e ong si sollevano perplessità di segno opposto, invocando un maggior grado di solidarietà verso i Paesi mediterranei, più fondi per l'accoglienza e investimenti nella cooperazione allo sviluppo. Altre voci ancora fanno rilevare che, quanto meno, si è in presenza di un primo, parziale tentativo di costruire una politica comune per le migrazioni.

Fonte: Sir
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