"Il Forum delle famiglie giocherà in attacco"
Parla il nuovo presidente del Forum delle associazioni familiari Gianluigi De Palo: "Romperemo le scatole a tutti. In Italia nascono sempre meno bambini, le famiglie non arrivano alla fine del mese, le donne desiderano due figli ma si devono fermare di media a 1,39, i giovani non riescono a fare famiglia e sono costretti ad andare all’estero. Noi abbiamo a cuore l’Italia". L'impegno per "un fisco più equo, perché non è normale che oggi chi fa un figlio rischia di cadere nella povertà in un Paese a nascita zero"
Trentanove anni, sposato e padre di quattro figli, Gianluigi De Palo è il nuovo presidente del Forum delle associazioni familiari. Con un passato in Campidoglio, dove ha ricoperto il ruolo di assessore tecnico alla famiglia e alla scuola del Comune di Roma, è stato anche presidente delle Acli capitoline e del Forum delle famiglie del Lazio.
Che Forum della famiglia sarà quello guidato da un presidente giovane come lei?
“Sarà un Forum all’attacco. Cercheremo di dare risposta a tutte quelle persone che in Italia vivono in famiglia. Vogliamo essere concreti perché, per troppo tempo, ci siamo nascosti dietro a tematiche identitarie e ideologiche che ci hanno fatto perdere terreno. La famiglia, però, è in grado di aggregare tutte le persone di buona volontà. Fare famiglia non è qualcosa di utile per i cattolici ma per il Paese intero”.
Potrà contare anche sull’esperienza maturata da assessore?
“Ho imparato che, per avere risposte dalla politica, bisogna fare richieste sostenibili. Conosco la macchina amministrativa, che spesso declina le richieste delle associazioni perché difficilmente risolvibili. Per questa ragione voglio un Forum all’attacco, che sappia mettere bocca su tutti gli aspetti dell’umano senza trincerarsi dietro a temi di comodo. Chi è forte della propria identità non teme il confronto”.
Il Forum avrà un’interlocuzione politica?
“Romperemo le scatole a tutti. In Italia nascono sempre meno bambini, le famiglie non arrivano alla fine del mese, le donne desiderano due figli ma si devono fermare di media a 1,39, i giovani non riescono a fare famiglia e sono costretti ad andare all’estero. Questi sono temi politici che noi porremmo all’attenzione di tutti gli interlocutori locali e nazionali. Noi abbiamo a cuore l’Italia. La politica non è sport ma occasione di migliorare le cose”.
Secondo i dati Eurostat, la popolazione italiana è la più “anziana” nell’Unione europea dopo la Germania. L’Istat inoltre, conferma il calo delle nascite: nel 2014, per la prima volta, i nati da coppie italiane sono scesi sotto quota 400mila. Si può invertire la rotta?
“Non si può ma si deve, e non c’è più tempo da perdere. L’Italia è stata considerata per troppi anni un terreno poco fertile. Questo, però, non dipende dall’impossibilità di dare frutti ma dal cattivo modo di coltivare. Non bisogna fare politiche spot sulla natalità ma aiutare i nostri giovani a realizzare i loro sogni. Automaticamente avremo più figli, più famiglia e più coesione sociale. D’altra parte, per chi stiamo facendo i sacrifici legati alla crisi economica?”.
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