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Maria Stella Ciarletta è la prima Consigliera di Fiducia dell'Università della Calabria

Prevenzione e contrasto dei fenomeni di molestie e discriminazione all'interno dell'ateneo sono i compiti della Consigliera di Fiducia, una figura esterna che garantisce terzietà, anonimato e riservatezza

Maria Stella Ciarletta è la prima Consigliera di Fiducia dell'Università della Calabria

Molestie, mobbing, discriminazioni. Un mondo complesso, spesso sottaciuto, che si annida negli atenei universitari. Vittime sono gli studenti, i docenti e il personale. Come tutelarsi? A chi è necessario rivolgersi quando si è vittima di questi episodi? “L’Università della Calabria ha istituito la figura della Consigliera di Fiducia al proprio interno seguendo quella che è una prassi in molti atenei italiani, cioè quella di istituire una figura per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di molestie e discriminazioni all’interno del contesto universitario”. A dirlo è Maria Stella Ciarletta, avvocata e ex consigliera regionale di Parità della Calabria, che di recente è stata nominata Consigliera di Fiducia dell’ateneo bruzio. “I compiti della consigliera di fiducia vengono meglio specificati all’interno del Codice di condotta, un regolamento che l’università si dà su alcuni fenomeni come le molestie, discriminazioni e mobbing. Il Codice di condotta adotta delle linee guida per affrontare le segnalazioni di molestie. La Consigliera di Fiducia è una figura terza esterna a cui rivolgersi e deve garantire, attraverso una procedura informale, terzietà, anonimato e riservatezza. La procedura informale permette al segnalante di rivolgersi direttamente a me. Io ascolto la persona segnalante, do consigli, lo accolgo e lo assisto per capire se siamo in presenza di molestia e valutare insieme il modo migliore per intervenire”. Come si struttura l'intervento? “La consigliera di fiducia interviene con strumenti conciliativi e stragiudiziali, cioè approfondisce il caso, ascolta persone informate sui fatti, raccoglie informazioni dagli uffici amministrativi, può anche avere accesso ad atti dell'università, e farsi un'idea; qualora ritenga ci fosse un'ipotesi di molestia può proporre soluzioni al segnalante, come la richiesta dell'interruzione del comportamento molesto. Anni fa mi è capitato come Consigliera di Fiducia di altri atenei di intervenire in casi di molestie tra pari, in quel caso sono intervenuta per chiedere al molestante l'interruzione del comportamento, e nei casi più gravi per chiedere, ad esempio, il trasferimento del molestante dalla residenza universitaria dove vivevano segnalante e segnalata. Possono esserci ovviamente casi più gravi, in quel caso posso richiedere l'intervento dell'ateneo per richiedere di avviare le procedure disciplinari nei confronti del soggetto segnalato". Sull'Università della Calabria non esistono dei dati ufficiali né a livello locale né nazionale sulle molestie: “L'Università della Calabria non ha dei dati oggettivi. Fino al 2016 è stato attivo uno sportello antiviolenza a cui si sono potute rivolgere studentesse, ma denunce e molestie conclamate non ci sono, non ci sono neppure a livello nazionale. Nell'arco degli ultimi tre anni, in cui svolgo il ruolo di consigliere di fiducia negli atenei di Padova e Trieste, le segnalazioni di molestie sessuali sono aumentate, io l'ho letto come un dato di maggiore consapevolezza da parte di studenti/sse di questi fenomeni, e quindi un dato di tendenza e di emersione del fenomeno”. È possibile segnalare, nella garanzia di assoluta riservatezza, i casi di violenza, molestia o discriminazione inviando una email a consiglieradifiducia@unical.it, “ad oggi sono arrivate un paio di segnalazioni di comportamenti vessatori all'interno dell'università. È necessario- sottolinea la Consigliera-sensibilizzare gli utenti sulla presenza della Consigliera di Fiducia, è necessario far conoscere questo organismo". Chi accede più frequentemente al servizio? “Guardando al lavoro svolto negli altri atenei il 50% è costituito da dipendenti e docenti e la restante parte da studenti e studentesse, tra questi sono in maggioranza le studentesse a fare segnalazioni; quando la studentessa si rivolge alla consigliera di fiducia, nel 90% dei casi lo fa per segnalare una molestia sessuale sia da colleghi che da dipendenti o docenti”. Succede che gli studenti stranieri, provenendo da contesti di studio diversi, abbiano difficoltà a comprendere alcune prassi: “Essendo consigliera di fiducia dell’ateneo di Padova mi capita frequentemente di ricevere segnalazioni da studenti/esse stranieri. È importante conoscere l'inglese, spesso non riescono a raccontare in italiano quello che gli sta accadendo; ricevo sempre più spesso segnalazioni perché hanno difficoltà a percepire i modelli formativi diversi dai loro. Spesso è capitato che studenti/sse vivano la richiesta di comportamenti come la permanenza in laboratorio oltre gli orari di ufficio o di andare il fine settimana come un abuso da parte del docente”. Non mancano, purtroppo, segnalazioni di molestie sessuali soprattutto all'interno delle residenze universitarie, di fronte a casi simili “affianco gli/le studenti/sse nella spiegazione di come funziona la legge italiana; mi è capitato il caso di una molestia sessuale in un campus universitario e ho cercato di spiegare alla studentessa straniera come funziona la denuncia penale in Italia, come rivolgersi ai centri antiviolenza e alla polizia, l'ho affiancata anche nel rapporto con la polizia perché era necessario capire cosa stesse succedendo e cosa avesse messo in moto con la denuncia”. Una mano arriva dalle associazioni studentesche che hanno acceso i fari sul fenomeno: “Sono stata contattata da alcune associazioni, insieme ad Università futura abbiamo organizzato un webinar sui social sul tema delle molestie nell’ateneo e sul ruolo della Consigliera di Fiducia. Devo dire che sono molto interessati e propositivi sul tema”. In ogni caso far, informazione attraverso incontri è il primo passo: “Spero di fare incontri in presenza, soprattutto spero-sottolinea- di tornare a fare sportello in presenza, perché l'incontro su piattaforma, seppur flessibile, non ha quelle caratteristiche di empatia che ha l'incontro in presenza. So che l’Università della Calabria sta organizzando degli incontri formativi e di sensibilizzazione con i vari Dipartimenti, sto aspettando indicazioni”.

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