L'analisi
Mattarella chiede un nuovo senso di responsabilità
Nel suo quinto messaggio di fine anno alla Nazione, Sergio Mattarella ha puntualizzato particolarmente due concetti: fiducia e responsabilità.
L’ordinamento costituzionale italiano prevede un Presidente della Repubblica nel ruolo di garante della nazione, non capo dell’esecutivo con ampi poteri decisionali e propositi politici. La storia della nostra Repubblica, però, ha offerto risposte diverse in base alle situazioni e alle personalità che sedevano sul Colle Quirinale. Sergio Mattarelle rispecchia nelle pubbliche uscite un atteggiamento composto e mite, ma non ha mancato di suggestionare la classe politica nel prendere in considerazioni provvedimenti.
Nel settantesimo messaggio di fine anno della storia dal dopo guerra in poi, Mattarella ha puntualizzato su due concetti cardini. Ha parlato in primis alla nazione, ai cittadini, alla società civile nel suo insieme e nella sua struttura composita. Ha iniziato, dopo neanche un minuto, arrivando subito alla crisi economica rivolgendosi in particolare a chi soffre per l’assenza di reddito e di lavoro. Il decennio che finisce lascia in ricordo all’Italia il periodo che va dall’innesco della crisi del 2008, alla difficoltà della Grecia e al periodo nel quale la Nazione ha vissuto in prima persona le conseguenze di quel fenomeno. Dalle dimissioni di Silvio Berlusconi nel 2011 (che guidava il suo ultimo governo) alle politiche “lacrime e sangue” dell’esecutivo con a capo Mario Monti. In questi 10 anni il contesto politico-sociale italiano è profondamente mutato. Mattarella,facendone riferimento, ha legato il discorso mutuandolo nel senso di una riscoperta dell’orgoglio e della fiducia si sentirsi italiani. In una dimensione non puramente “nazionale” o peggio ancora “sovranista”, ma dentro il discorso europeo e mondiale. L’Italia è un paese forte (parafrasando), ricco di potenzialità, capacità, capitale umano che deve ritrovarsi unito per affrontare le sfide future.
Il 2019 politicamente è stato connotato dal cambio di maggioranza governativa. La crisi di agosto con l’uscita della Lega di Matteo Salvini e il secondo governo preseduto da Giuseppe Conte, con l’ingresso del Partito democratico di un Nicola Zingaretti inizialmente restio ma nei mesi molto vicino al pensiero del premier. I continui smottamenti, le tensioni, hanno spinto Mattarella ha chiedere (secondo concetto espresso nel discorso) maggiore responsabilità alla classe dirigente. Il Capo dello Stato non può agire direttamente, in quanto è figura istituzionale “super partes”, ma ponendosi in tutela dei cittadini chiede un livellamento della tesa contrapposizione, al fine di concentrarsi sulle reali questioni e interventi che servono al Paese. Ponendl attenzione a una serie di avvenimenti che hanno visto, in primo luogo, l’azione di numerosi giovani (come la manifestazioni per sollecitare interventi in favore dell’ambiente), Mattarella ha chiesto (utilizzando il verbo dovere) aiuti alle famiglie, protezioni agli anziani senza dimenticare che la “questione meridionale” non riguarda soltanto il Sud, ma l’intero Paese. Tra le righe: politici non fermatevi alle promesse in campagna elettorale.
In estrema sintesi, dopo poco più di 15 minuti di discorso Mattarella ha terminato il suo quinto messaggio di fine anno riassumendolo efficacemente, facendo propria una citazione di Luca Parmitano, al comando della stazione spaziale internazionale. Dopo aver fatto vedere una foto scattata da Parmitano, il quale ha detto che dallo spazio tutte le polemiche sembrano incomprensibile in presenza di un pianeta così piccolo apparentemente, ha detto “la speranza consiste nella possibilità di avere qualcosa da raggiungere”. L'Italia evidentemente questa speranza ce l'ha.
FOTO: ILQUIRINALE.IT
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