Quella guerra a pezzi che fa a pezzi il vestito dell'Europa
Il grave attentato di Parigi richiama le parole di papa Francesco. È l'eterna contrapposizione tra bene e male. Ma il Continente sia unito.
Avevi ragione, caro papa Francesco, quando dicevi che stiamo vivendo una terza guerra mondiale fatta a pezzetti. Quando abbiamo appreso la grave notizia della sconvolgente tragedia parigina, è venuto quasi spontaneo pensare alle Tue parole, a quella denuncia forte che hai levato. "Stiamo combattendo una terza guerra mondiale a pezzi". Lo dicesTi ai cronisti di ritorno da uno dei Tuoi lunghi viaggi, lo ripetesti più in là, più di una volta. Adesso lo stiamo veramente verificando. Tutti chiamati in causa, in questa eterna e moderna lotta tra bene e male, tra ragione e follia, che, per quanto scientifica nell'incomprensibile autosacrificio di tanti uomini, pure appare tutt'altro che lucida. Prima la Francia, a gennaio, poi la Tunisia, ben due volte, poi ancora Parigi, la capitale multietnica. Nel mezzo, bombe e persecuzioni nell'Asia e nel Medioriente. Prima ancora, cronologicamente, in un tempo ormai lontano, ma sempre più vicino, sempre più reale, l'11 settembre 2001. Gli effetti di quel vile attentato alle torri gemelle li stiamo comprendendo e verificando solo ora. Ecco perché quel giorno ha deviato il corso della storia. Adesso, qua e là, il vestito della pace si sta scucendo, e se ogni parte d'Europa ne è un lembo, tutto il Vecchio Continente e non solo sta rimanendo un po' nudo, un po' scoperto, molto a rischio. A pezzetti, una vera e propria guerra. Riecheggiano gli strali di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: "mai più la guerra". Scorrono le immagini e le parole di Francesco, che continua a proporre Vangelo, fraternità, prossimità. Non sta a noi dare giudizi politici o suggerire il da farsi, ma quel che è certo è che occorre ricucire quel vestito lacerato. L'Europa, almeno in questo, sia unita.
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