UN PEZZO DI PDV E UN PEZZO DI AGENSIR
Papa Francesco ha canonizzato san Giuseppe Vaz
Nel suo secondo giorno in Sri Lanka il Papa ha pregato la Vergine di Madhu, invocando riconciliazione e pace
Seconda giornata in terra asiatica per papa Francesco, che stamani ha lasciato la Nunziatura Apostolica per raggiungere il Parco urbano Galle Face Green di Colombo, dove alla 8,30 ha presieduto la Santa Messa per la canonizzazione del beato Giuseppe Vaz. Prima della Messa il Papa ha voluto percorrere in auto i cinque chilometri di viale tra 500mila fedeli presenti sul litorale dell’Oceano Indiano, ricevendo successivamente dal sindaco di Colombo, in una cerimonia simbolica, le chiavi della città. Giuseppe Vaz o come lo definirebbero in altra lingua Joseph Vaz, il primo santo srilankese. Beatificato venti anni fa, il 21 gennaio 1995, da Giovanni Paolo II nello stesso luogo di oggi, ora è santo.
Una celebrazione sentita, colorata dal suono di violini, ha accompagnato il rito. Un vissuto duro e difficile quello di Giuseppe Vaz, nato in India da famiglia portoghese, che nel 17° secolo approda in Sri Lanka per sostenere i cattolici durante la persecuzione ad opera dei calvinisti olandesi (morirà nel 1711). Papa Francesco lo ricorda con queste parole: “Come ci insegna la vita di Giuseppe Vaz, l'autentica adorazione di Dio porta non alla discriminazione, all'odio e alla violenza, ma al rispetto per la sacralità della vita, al rispetto per la dignità e la libertà degli altri e all'amorevole impegno per il benessere di tutti. Nonostante fosse giunto a Ceylon per soccorrere e sostenere la comunità cattolica, nella sua carità evangelica egli arrivò a tutti. Lasciandosi dietro la sua casa, la sua famiglia, il conforto dei suoi luoghi familiari, egli rispose alla chiamata di partire, di parlare di Cristo dovunque si recasse”. Nel corso della celebrazione eucaristica, dopo il rito della canonizzazione e la proclamazione del Vangelo, nell’omelia il Papa ha ricordato che “i cristiani di questo Paese possano essere confermati nella fede e dare un contributo ancora maggiore alla pace, alla giustizia e alla riconciliazione nella società srilankese”. Papa Francesco nel pomeriggio ha raggiunto Madhu in elicottero, per la preghiera Mariana nel Santuario di Nostra Signora del Rosario.
Qui è arrivato a bordo della papamobile, passando tra due ali di folla, fermandosi a salutare e accarezzare tanti bambini. Poi la preghiera alla Vergine. “Vogliamo chiedere alla Madre Maria di accompagnare con le sue preghiere gli sforzi degli srilankesi di entrambe le comunità tamil e singalese per ricostruire l’unità che è stata perduta”. A Madhu la maggioranza dei cittadini è tamil. “Come la sua statua è rientrata al suo santuario di Madhu dopo la guerra, così preghiamo che tutti i suoi figli e figlie srilankesi possano ritornare alla casa di Dio in un rinnovato spirito di riconciliazione e fratellanza” - ha proseguito Francesco. “Dopo tanto odio, tanta violenza e tanta distruzione, vogliamo ringraziare la Madonna perché continua a portarci Gesù, che solo ha il potere di sanare le ferite aperte e di restituire la pace ai cuori spezzati. Ma vogliamo anche chiederle di ottenere per noi la grazia della misericordia di Dio. Chiediamo anche la grazia di riparare i nostri peccati e tutto il male che questa terra ha conosciuto”.
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