Carlo Acutis e l'odore del Cielo
La storia del prossimo beato, morto a 15 anni, ci commuove. Come il re Davide, scelto da Dio per profumare di santità.
Carlo Acutis ci commuove. Non è solo quel corpo, esposto alla preghiera dei fedeli, a colpire il cuore, ma il modo in cui un piccolo uomo, nella piena adolescenza, fosse così ricco di Dio. Davvero non c'è un momento più giusto dell'altro per sintonizzarsi sulle frequenze del Cielo! Neanche cambia qualcosa, se i suoi tessuti o i suoi organi siano incorrotti o meno, perché nella beatitudine in cui è vissuto e vive in Dio già emana odore di santità. Un odore che ci piace, che ci gratifica, che ci proietta nella dimensione della speranza. Oltre ogni umanamente incomprensibile domanda terrena: perché un ragazzino così il Signore se l'è portato con sé? Perché Dio ha scelto Davide, e non i suoi fratelli? Carlo ha scelto di percorrere la via di Dio, che non è apparenza e non ha apparenza, ma è tanta bellezza. Dio guarda proprio lì, al cuore, al nocciolo, al centro. A Carlo, per trovare il Centro, sono bastati pochi anni, non quelli della maturità d'età, della sapienza dei titoli, ma quelli di una grazia che deve aver sentito come una carezza. In questi giorni che precedono la sua beatificazione, cioè la presentazione della sua eternità in Dio a noi ancora pellegrini sulla terra, stiamo scoprendo sempre più di cosa era fatto il suo centro. Sì, dell'eucarestia, della carità sincera, della prossimità agli uomini delle periferie, per dirla con la attualità; ma di cosa soprattutto? Davide era il più piccolo, pascolava il gregge. Anche Carlo ha pascolato il gregge che sentiva di amare. Il gregge non si pascola né in giacca e cravatta né col cuore impaziente. C’è bisogno di tempo e di uno sguardo attento. Carlo, come Davide, era bello e gentile di aspetto. Ma non per questo è stato unto. Era piccolo, era un piccolo per il Paradiso. Questo è il suo centro.
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